Due liberalismi a confronto. Il duello tra Felice e Mingardi

Due liberalismi a confronto. Il duello tra Felice e Mingardi

E se non ci fossero i partiti estremisti, come sarebbe il Belpaese?

Come sarebbe bello un mondo senza estremismi e senza autoritarismi. Come sarebbe bello un mondo segnato dall’illuminismo e non dal fanatismo. Come sarebbe funzionale una democrazia caratterizzata, in prevalenza, dal confronto tra quelli che una volta venivano classificati come lib-lib (liberali-liberisti) e come lib-lab (liberali-laburisti). Di sicuro se ne gioverebbe la libertà dei singoli e delle moltitudini, nonché il benessere generale. Anche perché, come sottolineava Luigi Einaudi (1874-1961), negli Stati stabili le somiglianze tra socialismo e liberalismo superano le dissomiglianze (...) Il vero liberale, sottolinea Mingardi, non chiede nulla al sovrano, vuole essere lasciato in pace. Non chiede nulla perché sa che la società "statale", ossia la fascia dei detentori del potere, non è intellettualmente superiore alla popolazione governata, non foss'altro perché non possiede tutte le informazioni indispensabili per una decisione razionale e non foss'altro perché più il comando è spersonalizzato più liberale e democratica risulta una comunità umana. Il commento di Giuseppe De Tomaso.

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