Mattarella non è Napolitano, sì al voto anticipato

L’attuale presidente della Repubblica sembra concepire il proprio ruolo in modo diverso dal suo predecessore. Ma si trova, suo malgrado, a gestire una situazione ancora più ingarbugliata, rispetto a quella che toccò a Giorgio Napolitano, nel 2011, e poi ancora nel 2013. Che potrebbe portarlo a seguirne le orme, persino a spingersi oltre. Allora, si parlò di un governo “del” Presidente: quasi ci trovassimo nella V Repubblica francese, con un capo dello Stato capace di varare un “suo” esecutivo. Napolitano, in effetti, agì, in entrambe le occasioni, da grande protagonista. Il commento di Fabio Bordignon sul Messaggeri Veneto.

Le notti insonni di re Sergio

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Le grandi responsabilità di Giorgio Napolitano

Se «il voto del 4 marzo ha rispecchiato un forte mutamento nel rapporto tra gli italiani e la politica quale si era venuta caratterizzando da non pochi anni a questa parte», qualche responsabilità ce l'ha pure il presidente della repubblica che nomina senatore a vita Mario Monti, esautora Silvio Berlusconi e inaugura la stagione dei governi tecnici, sbarrando il passo alle elezioni anticipate nei primi mesi del 2012.L'opinione di Francesco Cancellato sul sul sito www.linkiesta.it.

Napolitano saluta, ma se l'Italia è nei guai è anche colpa sua

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I passi indietro di Renzi rispetto alle sue promesse

L'attacco di Renzi con l'approvazione della mozione di sfiducia al governatore di Bankitalia Ignazio Visco, è stato soltanto nei confronti dell'Istituto di emissione e non alle banche e banchette che egli anzi difende. È curiosa questa dicotomia: lui spera di ottenere voti da chi odia le banche, ma parlando contro la Banca d'Italia dimentica che questa ha come compito di difendere le banche in difficoltà e di solito lo esplica. L'editoriale di Eugenio Scalfari su la Repubblica.

Gli errori di Matteo

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