L'autunno caldo di Giorgia

Due anni di un governo di destra-centro. Quante illusioni. E non è finita. A settembre bisogna predisporre le linee guida di un manovra di bilancio tra le più complesse. I nodi verranno al pettine. Le promesse finiranno ini bding review, un taglio di spese da tutti gli esecutivi sempre promesso e mai realizzato. Non sarà un navigazione tranquilla quella di Giorgia Meloni. Intanto il problema n. 1 resta la montagna di debito pubblico che continua a crescere. Si stima che entro la fine di quest'anno o tutt'al più nei primi mesi del 2025 varcherà la fatidica soglia dei 3 mila miliardi di euro. Una cifra pazzesca che fa tremare i polsi di qualsiasi governante. Dopo la Grecia siamo i leader indiscussi, in Europa. Ci si trastulla con la considerazione che le economie di Francia e Germania non stiano andando molto bene. Magra consolaziosupero ormai la sogline, il nostro debito pubblico è ben superiore (e da anni fuori controllo) a quello di tedeschi e francesi. Non ci si riflette mai abbastanza, ma ecco che il nuovo governatore della Banca d'Italia Panetta ce lo ricorda ad ogni piè sospinto. Il costo degli interessi sui denari che il nostro Paese deve chiedere ai mercati interno e internazionale supera la soglia dei 100 miliardi di euro. Cosa si potrebbe fare avendo a disposizione parte di queste risorse? Nuovi ospedali, nuove scuole, sostegno ai cittadini maggiormente  bisognosi. Invece bisogna tirare il freno e vivacchiare. Come, del resto, han fatto pressocchè tutti i governi da oltre una trentina d'anni a questa parte. Adesso le redini della Cosa Pubblica sono nelle mani della Meloni. Che deve far fronte a cattivo gioco e promettere di cercare di far uscire il Paese dalle secche in cui è precipitato ma, per la verità, non sa come. Avrebbe avuto una possibilità di instaurare un migliore rapporto con Bruxelles, ma ha preferito optare per altre soluzioni. E adesso si prepara alla guerra con la Commissione Europea. Sarà finita la pacchia per questa Unione Europea matrigna? Ho la sensazione che il nodo scorsoio che ci attanaglia (il peso enorme del debito pubblico che, concretamente, ci impedisce di voltare pagina e puntare sulla crescita continua e costante del nostro Pil), persisterà in tutto il prossimo anno, ed al raggiungimento della fatidica soglia dei 3 mila miliardi di euro di debito pubblico, questo fatto più psicologico che altro, potrebbe scatenare il desiderio dei mercati finanziari di dire la loro sulla situazione non brillante della nostra economia. D'altronde, nel 2011 è .accaduto qualcosa di analogo. Bisogna prepararsi al peggio, per poter predisporre le misure più opportune per ridurre al minimo i rischi. I mercati finanziari ci guardano con attenzione e non possiamo permetterci ulteriori passi falsi. Bene sta facendo Giorgetti all'Economia, auspichiamo che a Fitto vengano attribuite deleghe pesanti ma nonpossiamo permetterci di tentare di fare braccio di ferro con la Ursula Von der Leyen. Abbiamo accettato un brutto patto di stabilità che ci penalizza. Avremmo dovuto dare il pieno consenso alla riconferma di Ursula a presidente della Commissione Europea e non lo abbiamo fatto. Speriamo che di errori non ne facciamo più. Marco Ilapi, 28 agosto 2024

Newsletter

. . . .