Grexit, svalutazione della dracma del 46%

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La speculazione colpisce Atene

Il primo comportamento logico di chi teme che un Paese esca dall'euro è infatti quello di portare via i soldi dalle banche o dai titoli di quel Paese. Dato che l'eventuale «nuova dracma» si svaluterebbe rispetto all'euro (secondo uno studio del Cepr, nella storia l'abbandono di una forma di unione monetaria ha mediamente comportato una svalutazione del 46%), chiunque abbia depositi nelle banche greche o soldi investiti sui mercati greci avrebbe una perdita pari al ribasso della moneta. Questo vale per gli stranieri, per esempio per gli investitori europei o americani che hanno i bilanci in euro e dollari forti. Ma in fondo anche i greci stessi hanno poca convenienza a lasciare i risparmi nelle banche locali: semplicemente trasferendoli in Germania o in Svizzera, infatti, li metterebbero al riparo su valute forti. Anzi: in caso di svalutazione della «dracma», ci guadagnerebbero. U articolo di Morya Longo su Il Sole 24 Ore.

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Syriza mette in crisi Bruxelles

La Bce sta chiedendo agli Stati a rischio (Grecia, Italia, Francia, Spagna, ...) un impegno su programmi di riforma. Ma la Grecia insegna che questa via è percorribile solo se le misure non sono eccessivamente punitive e si combinano con altre che favoriscano la crescita. Per questo il Qe è una buona notizia: una politica monetaria fortemente espansiva potrebbe facilitare e non inibire un percorso riformatore. Purché al coraggio della Bce si associ l’azione decisa di Bruxelles. Altrimenti si scaricherebbero sull’istituto di Francoforte le tensioni di una Germania all’opposizione, mettendo a rischio la sopravvivenza della stessa Unione. Un editoriale di Lucrezia Reichlin sul Corriere della Sera. 

L'Unione Europea è ancora di là da venire

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L'Europa inondata da un fiume di liquidità

L'intervento della Bce condurrà a un miglioramento dell'economia e a un ricompattamento anche politico dell'euro area, o se invece allargherà la porta d'uscita per i paesi deboli, non dipende dalla banca centrale. Come si ripete di solito, l'intervento della Bce toglie alibi alle responsabilità politiche nazionali. Una volta ribadita l'unicità della politica del sistema di banche centrali, la condivisione dei rischi resta comunque in via indiretta attraverso il sistema dei pagamenti, il potenziale di conflitto politico tra paesi resta dunque elevato. Tutti i governi devono capire la natura “bipolare” della manovra di ieri: darà euforia se le cose andranno bene, o depressione nera se la sfida sarà mancata. Un articolo di Isabella Bufacchi su Il Sole 24 Ore.

La Bce ha fatto tutto quello che poveva fare

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