Europa, decolla il Quantitative Easing

L’Europa ad una svolta. La Commissione di Bruxelles ha leggermente modificato le regole sui conti pubblici: rimangono sempre astruse, anzi sono più complicate di prima e i cambiamenti riguardano decimali di cui si fa fatica a capire la rilevanza macroeconomica. Ma è comunque un segnale. Bruxelles comincia a riconoscere che le regole devono tener conto della situazione dell’economia e aiutare i governi a fare le riforme. Bene anche che la maggior flessibilità non si applichi agli investimenti: i politici non si devono illudere che costruendo autostrade si faccia ripartire la crescita. La buona notizia è che la Banca centrale europea si appresta ad acquistare titoli pubblici, l’ultimo strumento che le è rimasto per evitare la deflazione. È una novità importante e positiva: fino a poche settimane fa questa ipotesi era considerata anatema da molti europei. Un editoriale di Alberto Alesina e Francesco Giavazzi sul Corriere della Sera.

L'Europa cambia strada

 

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Governo italiano parecchio insipiente

La politica non sembra avere capito, la lezione, attende fideisticamente la svolta, pensa che prima o poi l'aumento del reddito si tradurrà in consumi e investimenti. Nel frattempo, per «invertire le aspettative» si affida a Mario Draghi e alla Banca centrale Europea, che giovedì prossimo dovrebbe varare il fin troppo spasmodicamente atteso acquisto di titoli di stato, il cosiddetto Quantitative easing. Un editoriale del Prof. Luca Ricolfi su Il Sole 24 Ore.

La fiducia dei cittadini da meritare

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