Il piano di Draghi per la competitività della difesa europea

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La competitività problema dell'Unione Europea

In una bozza del rapporto di Mario Draghi, visionata in maniera esclusiva da alcuni giornalisti di Politico, sono presenti alcune istruzioni dell’ex presidente della Banca centrale europea che renderebbero il settore delle armi efficiente e competitivo, oltre che indipendente dal mercato degli Stati Uniti, il cui apporto in termini militari – considerata la possibile (ma non certa) rielezione di Donald Trump a presidente – non potrà più essere dato per scontato nei prossimi anni. Il rapporto commissionato dalla presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen all’inizio dell’anno e stilato in una forma preliminare il 20 giugno, che sarà discusso a porte chiuse in Parlamento europeo mercoledì 4 settembre e sarà pubblicato nel corso della seconda settimana del mese.

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La verità scomoda sui conti pubblici dell’Italia

Il moloch del nostro debito pubblico rischia di affossare il governo Meloni

Con il calo dell’inflazione, i versamenti semestrali sono tornati anche sotto l’1% come qualche anno fa. Parafrasando un film di grande successo, mamma mi si è sgonfiato il Btp Italia. Già, quello indicizzato all’inflazione. Quello che il sottoscritto vi aveva detto fin dal principio che non teneva conto delle dinamiche – tutt’altro che reali e ancorate a sottostanti macro – che sottendono i magheggi necessari alle Banche centrali. Il cui unico scopo, magari stavolta ve lo mettete in testa, è quello di non far esplodere le Borse (...) Stiamo in piedi grazie alla Bce. E se non subiremo una procedura d'infrazione in versione di commissariamento mascherato sarà solo per la presenza di Mario Draghi a capo della Commissione. Non è stata l'Europa a ridurci così. L'Europa ha solo schiacciato il detonatore. Ringraziate la Prima e Seconda Repubblica per aver interrato la mina anti-uomo, mentre vi mandava in pensione con 15 anni, sei mesi e un giorno di contributi, sapendo che i conti sarebbero saltati. O regalava miliardi a fondo perso a stipendifici di Stato, cattedrali nel deserto e imprenditori che amano ancora oggi privatizzare gli utili e collettivizzare le perdite attraverso la cassa integrazione e gli aiuti di Stato. La realtà, signori, è questa. Piaccia o meno. E ora presenta il conto. Il commento di Mauro Bottarelli su Il Sussidiario.

 

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I riformisti lavorino per Draghi al vertice delle istituzioni Ue

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Un appello a Meloni, si schieri insieme a Macron per portare a Bruxelles Draghi

Adesso che sul tavolo c’è un’agenda Draghi europea bisogna fare i draghiani, cioè si inizia a pensare a come mettere insieme le truppe che potrebbero scortare l’ex presidente del Consiglio italiano fino alla poltrona di presidente della Commissione europea (ipotesi improbabile) o di quella di presidente del Consiglio europeo (ipotesi se non probabile, almeno fattibile). Si conosce benissimo lo sponsor principale di super-Mario e dove sta di casa: a Parigi, all’Eliseo, e si chiama naturalmente Emmanuel Macron. Il principale avversario di Ursula von der Leyen non a caso osteggiata in Italia da Matteo Renzi che, tra parentesi, potrebbe sbarcare a Bruxelles se come sembra si candiderà nella circoscrizione del Centro Italia. Il commento di Mario Lavia si Linkiesta.

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