Gli ucraini e la propaganda russa sulla controffensiva

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Kyjiv sta dimostrando che una democrazia può e sa difendersi

L’Ucraina è il paese che ha resistito all’invasione del gigante russo, che ha stupito il mondo, che ha riallineato l’occidente, che ha ridato un senso all’Europa, che ha impantanato Putin e provocato il licenziamento del più importante generale di Mosca oltre a un tentativo di golpe con successivo omicidio del gran capo dei mercenari che a Bakhmut ha ottenuto l’unica vittoria suk campo del Cremlino (...) Nessuno è più stanco della guerra degli ucraini: immaginate cosa significhi avere mariti e figli al fronte, cosa significhi essere svegliati ogni notte dalle sirene e correre nei rifugi antiaerei, che poi è il male minore rispetto a essere svegliati da un missile prima che la sirena suoni. Immaginate questa condizione che continua giorno e notte da un anno e mezzo, con l'aggravante degli assedi, dell'occupazione, degli orrori, e dei blackout elettrici ed energetici invernali. L'eccezionalismo ucraino è anche questo. Il commento di Christian Rocca su Linkiesta.

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A Yahidne, l’Auschwitz russa del XXI secolo

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L’Auschwitz russa, Putin sulle orme di Hitler

Una volta preso possesso delle case, i russi hanno rinchiuso i legittimi proprietari nelle cantine o nei sottoscala, mentre chiunque si rifiutava anche solo di consegnare il telefono cellulare veniva fucilato sul posto o davanti alla staccionata intorno al quartier generale che i russi avevano approntato dentro una scuola circondata da un bosco di pini (...) Lo racconta Ivan, un sopravvissuto di sessantatré anni diventato il custode morale di questa Auschwitz contemporanea. Ivan abbraccia chiunque lo vada a trovare, e nel pomeriggio di ieri ha ricevuto la visita del segretario di Stato americano Antony Blinken (...) «Volevano cancellare gli ucraini – dice Ivan – Non ci consideravano persone, ci consideravano animali». Ivan racconta che il 30 marzo 2022, ventisette giorni dopo l'internamento nel sotterraneo, i prigionieri hanno sentito i suoni dei bombardamenti e delle sparatorie. Poi silenzio. E allora hanno capito. Sono usciti dal sotterraneo, i russi non c'erano più ma i prigionieri di Yahidne hanno avuto paura di tornare nelle loro case occupate. Sono rimasti lì, nella prigione per bestie. Poi il 31 marzo sono arrivati i soldati ucraini. Il commento di Christian Rocca su Linkiesta.

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Bucha, Irpin e la memoria viva dei crimini di guerra russi

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Nella memoria degli ucraini resterà il ricordo di un Putin-Hitler

Per accedere ad un memoriale costruito per ricordare le centinaia di vittime ucraine gettate dai russi nelle fosse comuni, quelle che qualche farabutto in Italia insinuava fossero una messinscena di Volodymyr Zelensky e degli americani, bisogna entrare nel parco su cui si affaccia la cattedrale di Sant’Andrea e ogni santi. All’ingresso c’è una signora, Vira, che ai visitatori stranieri racconta che cosa è successo in quei giorni di febbraio del 2022 nel grazioso parco della cattedrale dove i russi hanno ammassato i corpi dei civili ucraini colpevoli soltanto di essere ucraini.«Non ci abbandonate per favore – ripete in ucraino Vira, il cui nome significa fede ed è madre di un figlio in prima linea – grazie, grazie, grazie, continuate a sostenerci sempre, sempre, sempre». Ne scrive Christian Rocca su Linkiesta.

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