Un’alternativa liberal alla Meloni è possibile

Giorgia Meloni non è invincibile! Il voto in Sardegna lo dimostra

Il successo acrobatico in Sardegna dell’alleanza Pd-Cinquestelle, pur con meno voti rispetto al centrodestra e con il consenso dei grillini ridotto di due terzi rispetto alle elezioni politiche di un anno e mezzo fa, assieme alla tragicomica performance di PiuEuropa e Azione, incredibilmente alleati con comunisti e anti Nato ma non con Renzi, ha riacceso la speranza delle opposizioni di poter battere a livello nazionale la destra di Giorgia Meloni, e ha riaperto il dibattito sulle alleanze nel campo progressista per costruire l’alternativa al governo. Il commento di Christian Rocca su Linkiesta.

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La pace con l’assassino di Navalny

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L'accusa dell'Occidente: Navalny è stato assassinato

Navalny è solo l’ultimo di una lista che va da Anna Politkovskaya a Boris Nemtsov, e scusate se addebito agli sgherri di Putin anche l’assassinio del reporter di Radio Radicale Antonio Russo nel 2000 in Georgia. Forza, dunque, concediamo una via d’uscita onorevole al guappo del mandamento del Cremlino, non umiliamo il rapitore di bambini ucraini, non turbiamo il macellaio di arabi nonché sodale di Hamas, non offendiamo il diffusore seriale di caos nel mondo libero, non indispettiamo il finanziatore di ogni movimento fascista europeo e occidentale, non insolentiamo l’alleato degli ayatollah iraniani che uccidono le ragazze che si sciolgono i capelli, non facciamo irritare l’imperialista che cancella gli omosessuali nel suo paese e bombarda i civili in Ucraina nel tentativo di ripetere un genocidio culturale già riuscito ai suoi predecessori (...) La Russia è Putin, forse è anche peggio di Putin, perché culturalmente è ancora quella imperialista degli zar e dei sovietici, e su questo concentrato di fascismo messianico e suprematista Putin ha addestrato le nuove generazioni del suo paese. E con loro anche gli utili idioti del nostro. Il commento di Christian Rocca su Linkiesta.

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Elezioni del 2024, conseguenze per tutto il mondo

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2024, un anno fondamentale per la democrazia nel mondo

Il 2024 è l’anno delle elezioni europee (9 giugno) e soprattutto del voto americano (5 novembre). È improbabile che l’Europa cambi assetto politico, l’avanzata delle forze eversive pare sia sotto controIlo, anche se non è da sottovalutare (...) C'è la possibilità che nel frattempo il palazzinaro preferito da Vladimir Putin, già due volte sottoposto alla procedura di impeachment e salvato da un voto politico espresso da quello che una volta era il Partito repubblicano, possa essere condannato due o tre volte, se non di più, e magari impossibilitato a fare campagna elettorale, ma vai a sapere che effetto potrebbe avere un'eventuale sentenza di colpevolezza su quei picchiatelli del Make America Great Again. A novembre, in gioco non ci sarà solo la Casa Bianca, ma il futuro dell'America, e con l'America anche del resto del mondo, Ucraina, Europa, Medio Oriente, e noi. Il commento di Christian Rocca su LInkiesta.

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