Elezioni del 2024, conseguenze per tutto il mondo

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2024, un anno fondamentale per la democrazia nel mondo

Il 2024 è l’anno delle elezioni europee (9 giugno) e soprattutto del voto americano (5 novembre). È improbabile che l’Europa cambi assetto politico, l’avanzata delle forze eversive pare sia sotto controIlo, anche se non è da sottovalutare (...) C'è la possibilità che nel frattempo il palazzinaro preferito da Vladimir Putin, già due volte sottoposto alla procedura di impeachment e salvato da un voto politico espresso da quello che una volta era il Partito repubblicano, possa essere condannato due o tre volte, se non di più, e magari impossibilitato a fare campagna elettorale, ma vai a sapere che effetto potrebbe avere un'eventuale sentenza di colpevolezza su quei picchiatelli del Make America Great Again. A novembre, in gioco non ci sarà solo la Casa Bianca, ma il futuro dell'America, e con l'America anche del resto del mondo, Ucraina, Europa, Medio Oriente, e noi. Il commento di Christian Rocca su LInkiesta.

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Come far pagare a Putin la guerra imperialista all’Ucraina

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L'Ucraina, grazie, all'Occidente, ha resistito, ma non basta, occorre fare di più

La Russia ha invaso illegalmente l’Ucraina e ha commesso crimini contro l’umanità, nessuno può negare questi drammatici fatti, tranne che in Corea del Nord, tra gli ayatollah sciiti che uccidono le donne colpevoli di sciogliersi i capelli e nei talk show italiani che fanno una grottesca parodia del discorso pubblico (...) L'Europa, gli Stati Uniti e gli altri stanno aiutando, ma con maggiori difficoltà e lentezze di prima, intanto perché l'attenzione geopolitica del mondo si è spostata sul quadrante mediorientale, dove gli alleati di Putin – Iran e Hamas – hanno organizzato una caccia agli ebrei che non si vedeva dai tempi dei loro precursori nazisti («loro» qui è inteso come di Iran, di Hamas e anche di Putin) (...) La presidenza spagnola del semestre europeo ha già proposto di usare questi 300 miliardi per aiutare l'Ucraina, mentre il nuovo ministro degli Esteri britannico David Cameron ha appena detto che è doveroso farlo e che non ci sono impedimenti giuridici o morali sufficienti a sostenere il contrario. Il commento di Christian Rocca su Linkiesta.

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Il futuro del mondo libero: Draghi in Europa, Kyjiv nell’Ue

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Europee, la sfida di Macron

La sfida di Macron è complicata, anche se non insormontabile quanto quella di convincere Calenda, Renzi e Bonino a costruire un’alternativa comune al bipopulismo, ma è anche una mossa capace potenzialmente di sprigionare un entusiasmo senza precedenti per la causa europea, e vai a sapere che non possa avere un effetto prodigioso anche sulla litigiosità dei liberal-democratici italiani (...) Mario Draghi alla guida dell'Europa è la cosa migliore che ci possa capitare dopo la caduta del Muro di Berlino, addirittura potrebbe essere «l'ultima migliore speranza sulla terra», come diceva Abramo Lincoln degli Stati Uniti, nel caso a novembre 2024 dovesse vincere le elezioni americane quel criminale di Donald Trump. La leadership di Draghi in Europa è l'antidoto ai veleni populisti, alle interferenze esterne dei regimi autoritari e, nel caso a novembre perdessimo l'America, alla fine dell'alleanza atlantica che ha garantito, pace, sicurezza e prosperità in quasi tutto il mondo. Il commento di Christian Rocca su Linkiesta.

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