L'Europa inondata da un fiume di liquidità

L'intervento della Bce condurrà a un miglioramento dell'economia e a un ricompattamento anche politico dell'euro area, o se invece allargherà la porta d'uscita per i paesi deboli, non dipende dalla banca centrale. Come si ripete di solito, l'intervento della Bce toglie alibi alle responsabilità politiche nazionali. Una volta ribadita l'unicità della politica del sistema di banche centrali, la condivisione dei rischi resta comunque in via indiretta attraverso il sistema dei pagamenti, il potenziale di conflitto politico tra paesi resta dunque elevato. Tutti i governi devono capire la natura “bipolare” della manovra di ieri: darà euforia se le cose andranno bene, o depressione nera se la sfida sarà mancata. Un articolo di Isabella Bufacchi su Il Sole 24 Ore.

La Bce ha fatto tutto quello che poveva fare

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La Bce in soccorso dei paesi in difficoltà

La cancelliera Angela Merkel ha dato il via libera a Mario Draghi perchè la Bce adottasse una misura eccezionale per uscire dalla deflazione. Ha ritenuto che l’indipendenza della Banca centrale fosse un bene superiore all’interesse politico immediato: ieri a Davos, negli stessi minuti in cui a Francoforte Draghi annunciava l’ormai famoso Quantitative easing, esprimeva le sue preoccupazioni ma si spostava di lato, non lanciava l’opposizione del suo governo alla Bce. In Europa, leadership vuole anche dire sapere garantire l’unità: e questo, ieri, Angela Merkel ha fatto. Un commento di Danilo Taino sul Corriere della Sera.

La Merkel ha aiutato Mario Draghi

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Europa, decolla il Quantitative Easing

L’Europa ad una svolta. La Commissione di Bruxelles ha leggermente modificato le regole sui conti pubblici: rimangono sempre astruse, anzi sono più complicate di prima e i cambiamenti riguardano decimali di cui si fa fatica a capire la rilevanza macroeconomica. Ma è comunque un segnale. Bruxelles comincia a riconoscere che le regole devono tener conto della situazione dell’economia e aiutare i governi a fare le riforme. Bene anche che la maggior flessibilità non si applichi agli investimenti: i politici non si devono illudere che costruendo autostrade si faccia ripartire la crescita. La buona notizia è che la Banca centrale europea si appresta ad acquistare titoli pubblici, l’ultimo strumento che le è rimasto per evitare la deflazione. È una novità importante e positiva: fino a poche settimane fa questa ipotesi era considerata anatema da molti europei. Un editoriale di Alberto Alesina e Francesco Giavazzi sul Corriere della Sera.

L'Europa cambia strada

 

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