Migranti verso l'Europa, le furbate di frau Merkel

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Migrazioni, sono dirette verso la Svezia, la Danimarca o la Germania ma possono bloccarne gli ingressi: per loro è molto più semplice rendere difficile (non è un gioco di parole) l’attraversamento indesiderato dei propri confini di quanto non lo sia per l’Italia o la Grecia. Nonostante le dichiarazioni compassionevoli della signora Merkel, che da un anno a questa parte si ripetono con una certa cadenza, la Germania ha di fatto sostenuto tutti i governi che sulla rotta balcanica hanno eretto barriere e ostacoli al flusso di migranti (così allontanando da loro i confini tedeschi) per poi sigillare il tutto grazie all’accordo con la Turchia di Erdogan, imposto ai partner europei. L'editoriale di Vittrio Emanuele Parsi su Il Sole 24 Ore.

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Non sarà Brexit, ma l'Europa trema

L’Unione Europea ha riprodotto e amplificato al parossismo un certo modello di fondazione delle democrazie nazionali europee. Con l’aggravante che almeno quelle democrazie corrispondevano bene o male a soggetti politici stabiliti e consolidati da tempo, laddove l’Unione, invece, era (è) un soggetto politico da costruire ex novo. Cosa, come si è visto, non proprio così facile se uno deve farlo con l’euro e il «fiscal compact», con ventotto lingue e altrettanti elettorati, e come cultura condivisa solo con il «politicamente corretto» di un insieme di ambiziose velleità universalistiche. Non a caso è soprattutto la questione migratoria quella sulla quale, dopo aver messo alle corde gli establishment politici di mezzo continente, minaccia di naufragare il progetto europeo, e quella su cui si gioca il destino della Brexit. L'editoriale di Ernesto Galli Della Loggia sul Corriere della Sera.

Brexit o non Brexit, l'Ue ha un comunque problema

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