Il risultato del Pd è stato sicuramente favorito da Grillo e dal M5s. Che hanno concentrato la campagna elettorale "contro" Renzi. In questo modo, hanno trasformato la competizione in un referendum "personale". Pro o contro Renzi. Pro o contro Grillo. Usando la leva della "sfiducia". Così il politologo Ilvo Diamanti su La Repubblica.
Beppe Grillo, a sua insaputa, ha aiutato Matteo Renzi a vincere
Beppe Grillo con le sue invettive, i suoi insulti, il suo definirsi “oltre Hitler”, il suo appello ai “processi” online ha fatto paura ai moderati italiani, ecco cosa il comico genovese ha combinato. Gli elettori si sono rifugiati nell'hastag #cambiaverso rassicurante di Renzi. Perché la paura – questa sì, non la speranza – è un’emozione tanto potente e tanto basilare quanto la rabbia. Così Giopvanna Cosenza, docente di semiotica, su Il Fatto Quotidiano.
La campagna elettorale più brutta della storia italiana ci sta regalando un'inquietante prospettiva. D'accordo che abbiamo uomini politici insignificanti, incapaci di affrontare i nodi dell'economia che da un ventennio non cresce, ma arrivare a stabilire che dopo le elezioni (che, naturalmente, saranno stravinte dal M5S) si faranno dei veri e propri processi contro Pd e Fi, responsabili del malgoverno del paese. Grillo ammonisce che "gli iscritti certificati al M5S potranno votare per la colpevolezza o l’innocenza di Renzi, Berlusconi & C.”. Da riderci su, insomma. Lo racconda splendidamente Francesco Merlo su La Repubblica.