Il governo Renzi naviga in acque agitate

Una grande apertura di credito. Questo è stato, per Matteo Renzi e il “suo” Pd, il risultato delle Europee 2014. 40.8%: fonte di legittimazione per la nuova squadra di governo. E, da subito, molto di più: vero e proprio fondamento del mito renziano. Eppure, quell’enorme capitale di fiducia, già in parte eroso da duri mesi di governo, oggi è messo ulteriormente a repentaglio. Ironia della sorte: proprio da un problema con il “credito”. Il governo e il ministro Boschi hanno agevolmente superato lo scoglio della s-fiducia. (La sfiducia parlamentare, si intende). Come ampiamente prevedibile, si è rivelata un’arma spuntata, per le opposizioni, quella delle mozioni parlamentari. Ma comunque utile ad agitare il mercato delle e-mozioni. L'editoriale di Fabio Bordignon sul Messaggero Veneto.

Lo storytelling del premier al giro di boa bancario

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Quegli intrecci affaristici Renzi (papà) - Rosi (amico)

E’ un romanzo sulle straordinarie coincidenze quello degli ultimi anni della Banca popolare dell’Etruria e del Lazio, dove quasi tutto si intreccia con la storia di palazzo Chigi e del governo di Matteo Renzi. E’ la banca della famiglia di Maria Elena Boschi. Fino al commissariamento che Bankitalia ha firmato l’11 febbraio scorso, ne era vicepresidente il papà, Pier Luigi Boschi. Era entrato prima come consigliere di amministrazione, poi aveva fatto parte del comitato esecutivo della banca insieme a un presidente- Lorenzo Rosi– con cui aveva anche rapporto di amicizia. L'editoriale di Franco Bechis su Libero.

Gli affari di papà Tiziano Renzi

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Maria Elena, una ragazza di provincia a Palazzo Chigi

L’unica vera sorpresa viene dal caso di Maria Elena Boschi. La super ministra salta la cerimonia d’apertura, arriva venerdì sera sul tardi, rinuncia a parlare, rifiuta l’invito della Gruber a Otto e mezzo, non vuole incontrare giornalisti. Dicono sia molto stressata. Quanto a me, confesso che la sua vicenda umana mi aveva sempre attratto. Una bella ragazza di provincia che dal nulla era arrivata, a soli trentadue anni, a essere il ministro più importante del governo Renzi, quello delle Riforme costituzionali. Ma a quel punto si è imbattuta nel primo, vero ostacolo: un'ondata di elogi ruffiani, di inchini, di retorica. Ho sott'occhio un titolone del Foglio di due mesi fa: «La bella Colonnella. A 34 anni sta per dare un colpo di ghigliottina al bicameralismo. Una giovane macchina da guerra che ha saputo resistere a tutti gli accerchiamenti». L'editoriale di Giampaolo Pansa su Libero.

Renzi, Boschii & C. alla Leopolda

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