Nessuna critica a Renzi. E se il premier fosse stato B.?

Proviamo a immaginare per un attimo che la tragedia che ha colpito Luigino D’Angelo, il pensionato che si è suicidato dopo aver perso tutti i risparmi depositati alla Banca Etruria, fosse accaduta sotto il governo Berlusconi. Tutto questo avrebbe avuto un effetto deflagrante. Quelli che ora gridano allo scandalo, gli organi di stampa vicini a Berlusconi forse avrebbero taciuto, ma per tutti gli altri non ci sarebbe stato dubbio: si sarebbero invocate le dimissioni. Dunque, cosa è successo? Come siamo passati dai politici tutti marci ai politici tutti intoccabili? Cosa ci sta accadendo? L'editoriale di Roberto Saviano sul sito www.ilpost.it.

"Boschi, hai il dovere di dimetterti"

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Dal Porcellum all'Italicum, legge elettorale da cambiare

L'Italicum è da cambiare. Il premio in seggi dato alla coalizione vincente e non, come è ora scritto nella legge, alla lista è un ritocco importante ancorché non decisivo. La struttura rimane quella di un sistema elettorale proporzionale modificato (alcuni direbbero snaturato) da un premio di maggioranza che rischia anche di essere cospicuo. Con l’Italicum così com’è non si puó fare di meglio, ma sicuramente abolire le candidature multiple, fino a dieci collegi, è una semplice misura di decenza politico-elettorale. Quanto ai capilista bloccati è un punto renzian-boschiano irrinunciabile, indispensabile per garantire loro il controllo del gruppo parlamentare alla Camera dei Deputati. L'editoriale di Gianfranco Pasquino sul Messaggero Veneto.

Italicum, urgono cambiamenti

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Progetto per ridurre il numero delle regioni

Le politiche di sviluppo del lavoro (agrario, industriale, dei servizi, del turismo…) appartengono sempre meno agli apparati regionali, che così perdono progressivamente ogni senso di programmazione con i propri territori, limitandosi a gestire e controllare innumerevoli società, consorzi di servizi come dicevamo proliferati in modo abnorme negli ultimi vent’anni… In questa situazione la virtuosa fusione della cura dei territori, del loro eco-sviluppo, delle tutele dell’ambiente e della salute dei cittadini…tutto questo unito nell’Organismo regionale, in ciascuna delle venti regioni cui è suddiviso il nostro territorio… tutto questo nella realtà ha perso di ogni valore…. Ben per cui il superamento di questa attuale suddivisione regionale in 20 mini-Stati (con apparati politici e burocrazie incredibili) non può che essere vista positivamente. (...)Le Regioni sono indicate nella Costituzione del 1948 ed effettivamente sono amministrativamente nate con grandi speranze nel 1970. Speranze subito deluse. Apparati “statuali” si sono insediati, e se l’idea di avere Istituzioni più vicine al cittadino, più attente alla spese (meno sprechi degli apparati centrali) ebbene, ciò si è dimostrato ampiamente errato. Venti piccoli stati con i loro tanti consiglieri regionali, con le prebende e gli onori (e nessun onere) a loro spettanti… con burocrazie lente ed autoreferenti. Alcune ipotesi di riforma della struttura amministrativa dello Stato italiano formulate da politici e studiosi appartenenti a diverse aree politico-culturali sul sito ww.geograficamente.wordpress.com.

Si riparla di macroregioni

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