Memorandum con Xi, i rischi per l'Italia

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La Repubblica popolare cinese ha la seconda economia più grande del mondo se misurata con il Pil nominale: 18.769,286 miliardi di dollari secondo il Fondo monetario internazionale (Fmi), 12.237,700 per la Banca mondiale e 12.234,781 stando ai dati dell’Onu; contro i 20.513, 19.390,604 e 19.485,394 rispettivamente calcolati per gli Usa; e gli 84.835,462, 80.683,787 e 80.501,413 del totale mondiale. È invece la prima economia al mondo se ragioniamo in termini di parità di potere di acquisto: la stima del Fmi la farebbe crescere infatti a 25.238,56 contro i 20.412,87 degli Usa, i 21.998,475 dell'Unione europea e i 134.981 del totale mondiale. Il commento di Maurizio Stefanini sul sito Lettera43. 

I pericoli del Memorandum tra Roma e Pechino

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L'azzeccagarbugli Conte al lavoro

Piuttosto che affrontare la scalata dell'Everest con la prossima legge di bilancio, che dovrà partire inevitabilmente da almeno 30 miliardi di euro tra clausole di salvaguardia e correzione bis di primavera, l'esecutivo Conte sembra attratto dall'infilarsi nella turbolenza del buco, non quello dei conti pubblici, ma della montagna della Tav, per dare libero corso alle autonome aspettative elettorali di Matteo Salvini e Luigi Di Maio e riportare indietro l'orologio ad un anno fa, prima delle elezioni. Il commento di Roberto Somella sul sito Huffington Post.

Tav, il governo Conte non sa che pesci prendere

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La nuova via della seta allarma Ue ed Usa

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L'Italia tra l'incudine ed il martello. Deve scegliere tra "sposare" Donald Trump, Xi Jinping o Jean Claude Juncker. Mentre la Germania e la Francia continuano a fare affari con i cinesi, nel silenzio dei magnifici tre, adesso che ci prova l'Italia, c'è immediatamente allarme rosso! Incredibile (ndr). L'occasione per firmare il memorandum d'intesa sul maxi piano commerciale e di infrastrutture del gigante asiatico sarebbe la visita del presidente cinese Xi Jinping in Italia, il 22 e il 23 marzo. O, un mese dopo, al Forum sulla Belt and road initiative («Una cintura, una strada» è il nome in mandarino del programma), tra il 25 e il 27 aprile. L'allarme tra i big occidentali è scattato con l'altolà degli Stati Uniti a un passo che può «danneggiare in modo significativo l'immagine internazionale del Paese». E proprio il 21 marzo, mentre Jinping sarà a Roma, a Bruxelles si riuniranno i capi di Stato e di governo dell'Unione europea (Ue) per discutere di una linea comune sugli investimenti con la Cina. Le considerazioni di Barbara Ciolli sul sito Lettera43.

La via della seta, un altro rebus da sciogliere per il governo gialloverde

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