Renzi e lo spread ai minimi

Acquistando titoli sovrani, la Bce prosegue nel ridurre i tassi d’interesse di lungo termine. Il costo dei prestiti alle imprese e dei mutui alle famiglie è infatti sceso fin dai primi annunci del programma, con segnali di convergenza anche da Italia e Spagna. Anche i volumi di credito bancario sono tornati a crescere da gennaio grazie al costo di finanziamento bancario più basso. C’è cioè qualche segnale di trasferimento della liquidità bancaria all’economia che in passato era mancato. Tra gli istituti di credito si sta creando un po’ di pressione competitiva che li spinge a non sedersi sul denaro, ma a competere per prestarlo, come testimonia la riduzione dei margini. Le banche attribuivano la loro riluttanza a offrire credito alla carenza di domanda. Secondo la Bce invece, l’allargamento dei cordoni delle banche ha resuscitato la domanda di credito in quasi tutti i paesi dell’area euro fin dall’ultimo trimestre del 2014. Nelle banche è in atto una ricomposizione dei portafogli, escono i titoli pubblici di cui calano i rendimenti ed entrano attività più rischiose. Riducendo il costo del credito si aumenta il numero di investimenti il cui rendimento supera il costo del finanziamento e così si stimola l’attività economica. Un editoriale di Carlo Bastasin su Il Sole 24 Ore.

Euro, pari e patta con il dollaro

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Ue, per rivedere la crescita c'è bisogno di riforme

Le riforme Francia e Italia oggi sono essenziali e urgenti, come sarebbe auspicabile che Berlino mettesse in circolo un po’ della sua montagna di surplus finanziari. I dividendi delle riforme fatte e da fare in Italia e Francia prima o poi arriveranno, come quelli delle riforme che probabilmente presto anche la Germania sarà chiamata a mettere in cantiere. I miracoli del piano Juncker con investimenti per 315 miliardi in tre anni, poi, sono tutti da verificare. Solo la flessibilità nell’applicazione delle regole del patto di stabilità per chi le rispetta e/o accelera le riforme rappresenta per ora un altro stimolo concreto e immediato alla crescita.
Senza il realismo pragmatico della Bce di Draghi, dunque, l’economia europea oggi resterebbe al palo. Tutti i governi dell’euro dovrebbero dargliene atto ma tutti senza dimenticare di fare la propria parte e al più presto. Perché gli incerti dell’economia globale, e della Grecia, sono tanti. E non è detto che l’attuale quadro favorevole duri all’infinito. Un articolo di Adriana Cerretelli su Il Sole 24 Ore.

Senza Draghi, Europa al palo della crescita

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Il Pdr, nasce il partito di Renzi

Il giornale "Il Foglio" di giovedì scorso, in un articolo di Aresu e Garnero, ha paragonato Draghi ad Alexander Hamilton, uno dei padri fondatori dell'indipendenza dell'America e ministro del Tesoro nel governo di George Washington. Una delle operazioni di Hamilton fu di considerare i debiti degli Stati dell'Unione come debiti federali. Ed è in questa stessa direzione che sta operando Draghi. Quel 20 per cento porta inevitabilmente, specie attraverso l'unione bancaria europea, alla nascita per ora parziale ma certamente evolutiva, dell'assunzione dei debiti nazionali in debito sovrano europeo con annessa garanzia europea dei depositi bancari, della vigilanza europea sulle banche e, di fatto e di diritto, alla cessione di sovranità fiscale e del bilancio unico dell'Unione monetaria e politica. Alcune di queste misure sono già in atto altre saranno l'evoluzione necessaria della costituzione dello Stato federale. Un editoriale d Eugenio Scalfari su la Repubblica. 

E' una realtà il partito della Nazione di Renzi

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