Lotta all'Isis, le ambiguità di Washington e Riad

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I sauditi pagano e gli americani guidano coalizioni internazionali che ai loro occhi non devono abbattere il Califfato ma prima di tutto contenere l’Iran e un giorno magari liquidare Assad in Siria. La Saudi Connection condiziona la politica estera americana quanto l’alleanza con Israele. Ora questo patto leonino tra Riad e Washington, dopo la strage di Parigi, è entrato in collisione con la nuova “santa alleanza” tra la Russia di Putin e la Francia di Hollande. Il problema è capire quali obiettivi si pongono i belligeranti. Se assestare una punizione esemplare al Califfato oppure demolire l’Isis. Nel secondo caso la Francia si scontra con Riad. Se si limita a una spedizione punitiva Parigi conserva le lucrose relazioni con la monarchia saudita, principale cliente degli armamenti francesi che quest’anno, con l’acquisto di reattori nucleari per 12 miliardi di dollari, ha salvato l’Areva dal fallimento. L'editoriale di Alberto Negri su Il Sole 24 Ore.

Il ruolo dell'Arabia nella lotta contro l'Isis

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L'Ue dimentica le gravi colpe di Assad

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Se è vero che Stati Uniti e Russia - e noi con loro - hanno deciso di rinviare ad un «secondo tempo» la deposizione di Assad, dovremo imparare ad obbedire in materia siriana ad una sorta di «legge dell’oblio». Quantomeno di un oblio momentaneo. La legge di cui stiamo parlando è quella che si autoimposero gli antifascisti italiani che tra il 1943 e l’inizio del 1944 avrebbero voluto liberarsi di Vittorio Emanuele III e del maresciallo Pietro Badoglio, ma dovettero cambiare proposito. Sbarcò in Italia Palmiro Togliatti che, su un saggio impulso di Stalin, suggerì il rinvio della questione istituzionale a un tempo successivo alla fine della guerra. Fu così che le due resistenze, quella vera e propria e quella sabauda, dimenticarono i motivi di ostilità e poterono combattere gomito a gomito. L'editoriale di Paolo Mieli sul Corriere della Sera.

L'Europa contro Assad: si farà sul serio?

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A parole l'Ue sostiene gli sforzi francesi, ma gli Stati...

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Sembra che non ci sia da attendersi dagli europei un rilevante contributo militare a la “guerre” all'Isis. Un dato già emerso negli ultimi 15 mesi nell'ambito della Coalizione a guida statunitense in cui gli europei hanno giocato un ruolo più che marginale, con l'Italia unico partner a impiegare i suoi 4 bombardieri Tornado privi di bombe. La rinnovata paura di esporsi a rappresaglie terroristiche scoraggerà probabilmente molti Paesi Ue, esclusa forse la Gran Bretagna, ad affiancare ai francesi forze da combattimento. Più probabile che alcuni partner si rendano disponibili a sostituire con proprie truppe le forze di Parigi dislocate in missioni ONU o Ue per renderle disponibili per la guerra all'Isis. L'articolo di Gianandrea Gaiani su Il Sole 24 Ore.

Francia e Russia insieme contro il sedicente Califfato

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