Più vicini all'integrazione europea?

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Qualcuno ha sostenuto che l’unificazione politica di più paesi è facilitata dall’esistenza di un nemico potente e vicino. L’Unione Sovietica è stata a lungo quel nemico per l’Europa che, infatti, fino al 1989, anzi, al 1990, riunificazione tedesca, è gradualmente cresciuta nell’integrazione. Dopo il 1989, gli Stati-membri dell’Unione hanno sacrificato l’approfondimento dell’integrazione politica all’allargamento dell’Unione con la conseguenza che Polonia, Repubblica Ceca, Slovakia e Ungheria. non pensano affatto di dovere accettare alcune politiche europee comuni. in specie quelle sulla redistribuzione degli immigrati. L'editoriale di Gianfranco Pasquino sul Messaggero Veneto.

L'Europa di fronte a un bivio, federazione ora o mai più

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Lotta contro l'Isis: l'Ue d'accordo... a parole!

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Dopo gli attacchi di Parigi, l’America di Barack Obama è divisa e confusa come l’Europa. I repubblicani accusano il presidente di essere rinunciatario, Hillary Clinton ieri ha chiesto più determinazione nell’impegno in Siria: la realtà è che nessuno è disposto a tornare in guerra come in Afghanistan e in Iraq. Deluso dalla scarsa solidarietà europea, François Hollande ora guarda a Washington e Mosca: chiede aiuto a Obama, sogna un’offensiva decisiva di Usa, Francia e Russia che schiacci il «Califfato». Alla Casa Bianca il presidente francese troverà molta solidarietà e la promessa di sostenere la nuova campagna sia con droni e velivoli dell’«Air Force» sia con informazioni di intelligence. L'editoriale di Massimo Gaggi sul Corriere della Sera.

E Hollande si trovò solo...

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L'Occidente di fronte ai suoi errori

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“E’ colpa dell’Occidente”. Certo che lo è, ma dirlo non aiuta a risolvere il problema. Non del tutto. Saddam Hussein, per lungo tempo, agli Stati Uniti ha fatto comodo. La Francia è intervenuta in Siria contro il despotismo di Assad, finendo però col fare il gioco dell’Isis (e dando addirittura ragione a Putin, che infatti adesso in Francia – e non solo – è tornato di moda). Anche l’Italia resta equivoca: che rapporti ha Renzi con gli emiri, che ha riverito anche di recente in alcuni dei suoi viaggi tragicomici? Ed è proprio necessario vendere altri caccia Eurofighter al Kuwait per 8 miliardi con la compartecipazione di Governo e Alenia (cioè gruppo Finmeccanica), con la scusa che “il Kuwait è nostro alleato e pure moderato”? Esaurite l’analisi e l’autoanalisi atte a individuare il colpevole, resta il problema di fondo: che fare concretamente? Bombardare? Non reagire? Azzerare i finanziamenti (a chi? All’Isis, che i soldi se li procaccia benissimo già da solo col suo autogoverno)? Oppure, come sento ripetere ovunque come un mantra, “Operare con un’attenta intelligence?” (che vuol dire, di grazia?). Io non ho soluzioni, ma mi fanno un po’ sorridere quelli che alla mattanza reagiscono prendendosela con Belpietro (che resta Belpietro: lo scoprite adesso?) o invocando la misericordia. E’ un atteggiamento che va certo perseguito come esseri umani, ma se foste governanti cosa fareste? Un articolo di Andrea Scanzi su Il Fatto Quotidiano.

Quante parole sulla strage di Parigi

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