Una Germania debole disarticola ancor di più l'Europa

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A fragilizzare l’Europa rendendola una presenza innocua, un peso minimo sulla scena internazionale, dunque non ci sono solo Governi indeboliti da estremismi e euroscetticismi in ascesa, insieme a Stati-nazione erosi da movimenti indipendentisti che non si sa dove andranno a parare. C’è una Germania che improvvisamente appare ben diversa da quella che si credeva fosse e per questo crea nuove diffidenze e disorientamento intorno a sé risucchiando l’Unione nel gorgo delle sue enormi difficoltà. Ma chi oggi potrebbe prenderne il posto e il ruolo? Anche per questo l’Europa rischia di finire in un vicolo cieco. L'editoriale di Adriana Cerretelli su Il Sole 24 Ore.

Unione Europea al capolinea

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Atene, l'austerità imposta dalla Ue non funziona

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Perchè la Grecia non decolla nonostante i cospicui aiuti della Bce? L'austerità funziona solo con un mercato interno dei beni e servizi competitivo. Se questi mercati sono competitivi, la riduzione della spesa pubblica può venire riassorbita dal settore privato in tempi brevi. Se questi mercati non sono competitivi, no. Ergo La Troika avrebbe dovuto procedere prima alla liberalizzazione del mercato dei beni e servizi e poi, solo in un secondo tempo, alla liberalizzazione del mercato del lavoro e ai tagli massicci della spesa pubblica. Purtroppo contro questa sequenza ottimale cospiravano due fattori: l'enorme deficit fiscale, che richiedeva interventi immediati, e il potere di veto delle mille corporazioni, che si opponevano alle liberalizzazioni. L'editoriale di Luigi Zingales su Il Sole 24 Ore.

Grecia, il fuoco sotto le ceneri delle elezioni anticipate

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Europa, né gigante economico né politico

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La crisi greca non è finita, ma è entrata in fase di stand-by, in attesa delle elezioni del 20 settembre e poi delle trattative sulla ristrutturazione del debito, ammesso che, alla prima verifica di ottobre, il programma di riforme concordato con i creditori risulti attuato e credibile nei fatti. Ma siccome in Europa le emergenze non finiscono mai, al centro dell’allocuzione di Juncker ci sarà l’immigrazione, la politica comune che non c’è ma la cui urgenza diventa sempre più impellente. Il numero dei profughi alla ricerca di asilo che approdano in Europa continua ad aumentare: 23mila in Grecia in una settimana, 100mila in agosto in Germania, che quest’anno ne accoglierà 800mila, l’1% della sua popolazione. I salvataggi dell’Italia nel Mediterraneo sono ormai quasi quotidiani, mentre le rotte terrestri, via Balcani e poi attraverso l’Ungheria, diventano sempre più frequentate perché ritenute meno pericolose. Con flussi sempre più incontenibili, si moltiplicano tragedie e perdite di vite umane. Un articolo di Adriana Cerretelli su il Sole 24 Ore.

L'Europa senza leader capaci

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