L'Iran, la macchina di morte (con la Cina...)

L'Iran, la macchina di morte (con la Cina...)

Le repressioni iraniane dimenticate!

Mojahed Kourkour ha trentotto anni ed è in carcere nella prigione di Ahvaz, nell’Iran occidentale, da novembre 2022. La Corte Suprema della Repubblica Islamica lo ha condannato a morte e nei prossimi giorni il regime di Teheran potrebbe compiere l’esecuzione. L’accusa contro di lui è puramente strumentale, creata ad arte: avrebbe ucciso un bambino di nove anni, Kian Pirfalak, sparando durante una manifestazione del movimento “Donna, Vita, Libertà” interrotta dalle forze di sicurezza iraniane (...) Un appello alla comunità internazionale di "Unity to end executions in Iran"«Imploriamo le Nazioni Unite e la comunità internazionale affinché intervengano tempestivamente in questa vicenda ed esercitino la loro influenza per fermare tutte le condanne a morte. L’uso sistematico della pena di morte come strumento di repressione richiede attenzione immediata. Vi esortiamo a mobilitare tutte le risorse a vostra disposizione per intervenire in modo rapido e deciso nella difesa del diritto alla vita», si legge nell’appello, che poi chiede di giudicare il presidente iraniano Ebrahim Raisi, la guida suprema Khamenei e tutti i giudici responsabili per le atrocità commesse ai danni dei cittadini iraniani. Il commento di Alessandro Cappelli su LInkiesta.

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