L'Isis, caos Libia, non prendere le questioni sottogamba

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Dopo la seconda guerra mondiale, le potenze sconfitte, Germania, Giappone, Italia sostituirono nel dopoguerra il «commercio» alla «spada», cominciarono a pensare alla politica internazionale molto più in termini di affari che di deterrenza e di minacce armate. E il «dialogo», sicuramente, aiuta gli affari più della deterrenza. Pur facendo parte di alleanze militari quei tre Paesi furono ben lieti di delegare ai soli Stati Uniti il compito di agitare periodicamente il bastone. Le considerazione del politologo Angelo Panebianco sul Corriere della Sera.

Perché occorre isolare Putin, dopi i fatti di Crimea e Ucraina

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Il mondo ha i suoi problemi, non ci voleva anche la crisi ucraina

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Dobbiamo parlare dell’interesse dell’Italia, membro non ambiguo dell’Alleanza ma proprio per questo autorizzato a portare avanti nel suo ambito i propri punti di vista. Mentre siamo concordi sulla necessità di fermare l’avventurismo putiniano sia tracciando una linea ferma (quella dell’Art. 5 del Trattato Atlantico) sia operando per rafforzare lo Stato ucraino, non sarebbe per noi accettabile un ripiegamento esclusivo della Nato sul suo originario mandato Est-Ovest. Non perché siamo ansiosi di ripetere altrove i costosi insuccessi degli impegni fuori area, ma perché è venuto il momento di definire meglio che cos’è «l’area Nato». Così Roberto Toscano su La Stampa.

L'Occidente in difficoltà con l'aggressivo Putin

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Putin ad un bivio

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I fatti di Kiev che inquietano l'Occidente. Putin sembra che voglia ricostituire la Grande Russia, aggredendo gli Stati satelliti come l'Ucraina, dopo essersi ripreso con la forza la Crimea. In questi mesi sono fuggiti dalla Russia almeno 54 miliardi di euro in sei mesi, che diventeranno 97 miliardi a fine anno. Gli investitori occidentali riducono l’esposizione o si ritirano in previsione di una forte contrazione dei consumi. I progetti energetici nell’Artico saranno bloccati perché non arriveranno più macchinari e tecnologia. Insomma, malgrado le immense risorse della Russia l’economia corre verso un muro, e nel mondo globalizzato non è più tempo di autarchie. Così Franco Venturini sul Corriere della Sera.

Il nodo gordiano di Vladimir

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