Beppe Grillo può riciclarsi come leader no vax

Se la scienza e la politica sono due tra le massime conquiste dell’homo sapiens, per converso l’antipolitica e l’antiscienza sono due sorelle venerate dagli stolti, o dagli imbecilli. Il capo spirituale dell'antipolitica, come sappiamo, in questo nostro tempo è stato Beppe Grillo, di cui abbiamo tutti visto la partenza, l'ascesa, il culmine, la parabola e la sparizione, anticipando sempre la medesima traiettoria del suo Movimento. Il comico di Genova è un imbecille nel senso etimologico della parola, così come ce lo ha spiegato il filosofo Maurizio Ferraris in un libretto di qualche anno fa ("L'imbecillità è una cosa seria"): deriva dal latino "in-baculum", cioè "privo di bastone", dunque non dotato di appositi sostegni e l'essere umano è incapace di affrontare la vita «senza ausili tecnici, giuridici e sociali, siano questi foglie di fico o loden, clave, ruote, accendini, telefonini». Senza cultura, si farebbe prima a dire. Il commento di Mario Lavia su Linkiesta.

Sul palcoscenico arriva Beppe Grillo. Se ne sentiva la mancanza?

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Convulsioni a 5 stelle! Caos pentastellato, Draghi infuriato

Braccio di ferro di Conte con Draghi. Anche con chi non si è ben capito quanti spazi di autonoma manovra nel partito abbia lasciato al suo presidente. Draghi, dal canto suo, capito il gioco, cogliendo il pericolo del logoramento, da cui in Italia nessuno è immune, ha deciso di tagliare corto: ha concesso quel che poteva concedere e per il resto non avrà timore, domani, di far votare la fiducia. Che comunque questa partita gli sia costata non poco, anche se porterà a casa l’obiettivo della riforma entro la data prevista, lo si capisce da almeno due elementi: da una parte qualche défaillance nella comunicazione, che si è mostrata nell’ultima conferenza stampa, ad esempio, troppo nervosa per i suoi standard; dall’altra, nella necessità di rimandare a questo punto a settembre i provvedimenti su fisco e concorrenza che pure erano stati programmati per fine luglio. Il commento di Corrado Ocone su Formiche.

Governo Draghi a rischio, M5S sulle barricate

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Letta vuole ingabbiare il M5S, finirà con l'essere divorato!

Potremmo chiamarla la sindrome del Mugello: una via di mezzo tra la sindrome di Stoccolma e la sindrome Tafazzi, che spinge i leader progressisti a resuscitare, non appena li vedano a tappeto, i propri più accaniti torturatori – qualunquisti e populisti sempre pronti ad organizzare il coro dei cosiddetti «delusi della sinistra» – per esserne poi sistematicamente divorati. Il commento di Francesco Cundari su Linkiesta.

Pd a trazione Letta, errare è umano, perseverare è diabolico!

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