Gli errori del M5S gettano Renzi nelle mani dell'ex Cav

Dopo il boom alle politiche, il problema del rapporto del leader del M5S con i media è diventato decisivo: la tivù sarà anche “morta”, ma è tuttora in grado di veicolare milioni di voti, soprattutto quelli dei non nativi digitali. Per un po’ i 5 Stelle hanno insistito con la tattica morettiana del “mi si nota più se vengo o non vengo?”, lasciando che i parlamentari partecipassero alle trasmissioni politiche protetti da una sorta di “parentesi” (in collegamento o comunque interagendo solo con il conduttore). Il risultato è stato talora surreale, per esempio il Vito Crimi che si rifiutò di rispondere alle domande di Dario Vergassola a In Onda. Dopo l’individuazione di alcuni parlamentari mediaticamente spendibili, la linea Maginot è via via caduta fino allo sdoganamento del talkshow, ad esempio Otto e mezzo eServizio Pubblico; restano invece inaccettabili MatrixQuinta colonna e Piazzapulita, dopo un’intervista di Formigli a Nicola Morra reputata scorretta.

Il M5S ad un bivio

Leggi tutto...

Incomprensibile atteggiamento del M5S

O forse no. Sembra quasi un gioco delle parti, quello tra il M5S ed il Pd. Da impazzire per il comportamento della nostra classe politica. Si accusa il premier Renzi di comportamento antidemocratico. Non è che in altre  latitudini si scherzi. Si pensi a quel che succede in Forza Italia e, sopratutto, nel M5S. Quello di Grillo è un movimento in altalena: spinte eccessive e frenate improvvise spaventano gli attivisti (di qui le scomuniche e le espulsioni), confondono i simpatizzanti, esasperano gli avversari politici. Ma l’altalena, per quanto eccitante, resta un gioco infantile. Prima o poi bisogna scendere, e crescere. Così Beppe Severgnini sul Corriere della Sera.

.A che gioco gioca il M5S?

Leggi tutto...
Sottoscrivi questo feed RSS

Newsletter

. . . .