Roma non cambia dal 1875

La politica, con i partiti romani più simili a comitati d’affari che a organizzazioni dedite a rappresentare i cittadini, non si sia affatto adoperata perché i mali di Roma non si radicassero così in profondità. Offrendo anzi in qualche caso un contributo determinante. Nessuno, sia chiaro, può chiamarsi fuori. Non lo può fare la sinistra, che ha governato la città ininterrottamente per tre lustri spesso a briglia sciolta. Non lo può fare la destra, che qui di recente ha avuto il potere per cinque anni, e la città ne porta ancora i segni profondi. Né lo possono fare coloro che in questi anni hanno lucrato consensi con lo slogan di «Roma ladrona», senza riuscire a cambiare il Paese, meno che mai a cambiare Roma. Un editoriale di Sergio Rizzo sul Corriere della Sera.

Lo sfregio a Roma Capitale

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La sinistra al governo, una banda di incapaci

Laa sinistra ha un doppio difetto: non sa governare e non vorrebbe governare anche quando i voti la obbligano a farlo. Appena qualcuno dei suoi conquista una poltrona importante, i compagni s’impegnano allo stremo per mandarlo al tappeto. Esiste in proposito un esempio che merita di essere citato. Risale all’ottobre del 1988, dopo la prima caduta di Romano Prodi. Il Professore era stato mandato a casa dal suo alleato più infido: Rifondazione comunista. Me lo ricordo bene quel partito tossico. Il presidente era Armando Cossutta, il segretario Fausto Bertinotti. Un’accoppiata da toccare ferro. E per aggiungere caos al caos, si divisero e l’Armando fondò un partitino tutto suo. Un editoriale di Giampaolo Pansa su Libero.

Il fallimento dei governi di sìnistra, da Roma a Palermo

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La corruzione mina la credibilità delle istituzioni

«I consiglieri comunali devono stare ai nostri ordini» perché io «te pago», afferma Buzzi. Con un’aggiunta significativa: «E se non rispetti gli accordi, tu lo sai chi sono io? Lo sai da dove vengo?». A quel punto Carminati evoca il dovere del «rispetto», e il suo socio vanta la «grandissima credibilità» conquistata sul campo con simili sistemi. Un articolo di Giovanni Bianconi sul Corriere della Sera.

Mafia Capitale, per i partiti non è un cancro

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