Le mani della malavita sul Campidoglio

Quartiere San Lorenzo, sede dell’ Opera Nomadi, la più antica cooperativa sociale a favore dei migranti. Ma il presidente, Massimo Converso, è in Transilvania. Lo chiamiamo al telefono: “E’ terribile – dice – che in Italia si diffonda l’idea che gli immigrati e i rifugiati sono gestiti dalla mafia. Sono calabrese e combatto la mafia da tutta la vita. E’ odioso quello che succede”. Anche la cooperativa “Sorriso”, gli dico, quella del palazzo assediato a Tor Sapienza, fa capo al terribile Buzzi, l’elemosiniere della Mafia Capitale. E poi c’è quell’Odevaine che riusciva a intervenire sul ministero e aumentare il numero degli immigrati assegnati al Lazio. Povero Converso, si sente anche lui assediato: “Mi viene quasi da piangere”. Abituati alla Roma falsaria, quella della Stangata con i biglietti falsi del bus, adesso questa ci sembra Kobane, la città curda sotto assedio. Soffia dal Campidoglio un’aria da Medioriente e da sfascio tribale. Tutti attendono i nuovi avvisi di garanzia come i bramini attendono i prescelti per le pire. Un articolo di Francesco Merlo su La Repubblica.

Mafia nella Capitale, rischio crescita malavitosi

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Mafia romana e appalti, la politica è assente

In Europa si ha l'idea di un Paese irriformabile e nasce da qui: dalle mazzette del Mose sprofonda la giunta di sinistra veneziana, a Roma i terroristi dei Nar costruiscono un sistema di controllo sugli appalti all'ombra del sindaco Alemanno alleandosi con le cooperative rosse e con uomini del Pd, all'Expo si raggiunge la perfezione riesumando per gli appalti un software tecnico delle tangenti a 360 gradi già sperimentato all'epoca di Mani Pulite formato da Greganti per il Pd, Frigerio per il centrismo post-democristiano, Grillo per Forza Italia. Le amare considerazioni di Ezio Mauro su la Repubblica.

La corruzione dilaga, i fatti di Roma lo confermano

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Mafia a Roma, è di nuovo questione morale

La politica deve essere capace una buona volta di dare voce, un segnale da trasmettere alle menti e ai cuori di quei milioni di «sprovveduti» che pur con tutti i limiti e le contraddizioni che conosciamo costituiscono la maggioranza degli italiani. Un segnale forte di serietà, di decisione, e una buona volta di capacità di colpire per primi. Siamo stufi di vedere all’attacco sempre gli «altri» e «noi» colpire sempre di rimessa. Così Ernesto Galli Della Loggia sul Corriere della Sera. 

Mafia Capitale, il rischio è chiudere gli occhi di fronte al malaffare

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