Meloni e l'eterna presa in giro delle riforme

La legge finanziaria di là da venire, gli scogli per Giorgia

Non è la prima volta che partiti e leader politici schierati da anni a favore del maggioritario e di riforme para, semi o proto presidenzialiste a tutti i livelli – naturalmente in nome della governabilità, della semplificazione, della lotta incessante contro lo strapotere dei piccoli partiti – dinanzi all’unica tornata elettorale regolata da una legge compiutamente proporzionale, con sbarramento al quattro per cento, che cosa propongono di fare? Di abbassare la soglia di sbarramento. Non è la prima volta, ma è sempre istruttivo (...) Invece di sfasciare pure la legge elettorale delle europee, bisognerebbe adottarla pari pari alle politiche. Invece di continuare a inseguire chimere populistico-presidenzialiste, bisognerebbe rimettere finalmente una vera legge proporzionale alla base del nostro sistema parlamentare, anziché insistere a scassare definitivamente anche quello, distorcendo pericolosamente l'equilibrio tra prerogative del capo dello stato e funzioni del presidente del Consiglio. Il commento di Francesco Cundari.

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Europee 2024, ci aspettano mesi di fuoco

  • Pubblicato in Esteri

I politici hano in mente solo le prossime elezioni europee

Le prossime elezioni potrebbero far saltare il patto tra popolari, socialdemocratici e liberali con cui è stata governata (bene) l’Europa durante la crisi causata dal Covid e la guerra di aggressione russa all’Ucraina che vuole essere europea. La minaccia dei sovranisti e dei nazionalisti, alimentata anche dalla propaganda russa, ma anche la crescita dei conservatori meno estremisti, con ogni probabilità non consentirà alle tradizionali famiglie europee di continuare l’attuale alleanza di governo e quindi già adesso si prospetta una nuova maggioranza politica costituita dai popolari e dai conservatori, tra cui i Fratelli d’Italia di Giorgia Meloni e i nazionalisti polacchi. Il commento di Francesco Cundari su Linkiesta.

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La politica del «si fa ma non si dice». È davvero così?

A volte i politici nostrani pensano che gli elettori non abbiano memoria

Giorgia Meloni rivendica come un grande successo le decisioni dell'ultimo Consiglio europeo sull'immigrazione e al tempo stesso dice di comprendere perfettamente la posizione di Ungheria e Polonia che a quelle decisioni si oppongono strenuamente, pensando di cavarsela con giochi di parole («Siamo d'accordo di non essere d'accordo») e frasi fatte che dovrebbero dare una generica impressione di coerenza e fermezza, pur non avendo alcun nesso logico con il contesto, come ad esempio: «La loro rigidità è comprensibile e io ho sempre grande rispetto per chi difende i propri interessi nazionali». Il commento di Francesco Cundari sul sito Linkiesta.

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