La Buona Scuola non è meritocratica
- Scritto da Ugo Pilia
«Va bene premiare il merito, ma troviamo dei criteri in sede contrattuale perché i migliori magari non sono 5 ma l’80% degli insegnanti». Testuale. Ora, nessuno si sognerebbe di sostenere, neppure dentro il sindacato, che possano indistintamente essere «i migliori» l’80% dei calciatori o dei pianisti, dei fabbri o dei pizzaioli. In tutti i campi della vita ci sono i più bravi e i meno bravi. Che devono essere tutelati, si capisce: non a tutti è concesso di diventare Messi o Pollini. L’idea che la scuola faccia eccezione a ogni gerarchia di merito, invece, pare essere saldamente imbullonata. L'editoriale di Gian Antonio Stella sul Corriere della Sera.