Il futuro dell'Unione: deve tornare a investire

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L'Unione Europea, per crescere bisogna che metta al centro gli investimenti

I trattati non bastano più. Solo un’Europa che acquista capacità politica può continuare a esistere. Ma il tema non è solo istituzionale. Ci vantiamo spesso che l’Europa è l’unico continente con un sistema di welfare organizzato. Il che è evidentemente un grande patrimonio che va conservato. Ma è chiaro che, oltre ai costi che rischiano sempre di andare fuori controllo, c’è anche una questione che riguarda l’atteggiamento che noi europei abbiamo sviluppato nel corso degli anni: il rischio è che una società protettiva (che poi protettiva non è!) spenga la spinta generativa, creando invece un mondo tutto schiacciato sul presente, sull’io e i suoi diritti. E in definitiva sui consumi e sul “benessere”. Che alla fine diventa insostenibile. Il commento di Mauro Magatti su Avvenire.

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Cosa ci insegna il medagliere olimpico dell'UE

  • Pubblicato in Sport

Olimpiadi di Parigi, l'Unione Europea fa incetta di medaglie

Il medagliere delle Olimpiadi è una chiave di lettura del mondo. Dietro le vittorie dei singoli atleti ci sono i Paesi che con investimenti economici, sostegni alle carriere, qualità delle infrastrutture coltivano i loro talenti. Non è un caso che le due principali economie della terra, Stati Uniti e Cina, siano ai primi due posti della classifica. In realtà, guardando bene, si nota un’assenza: l’Unione Europea che, non essendo uno Stato, non risulta nel medagliere ufficiale. Eppure, se sommiamo le medaglie d’oro di tutti i 27 Paesi europei, scopriamo che la UE doppia abbondantemente le due superpotenze in testa alla classifica (anche se la partecipazione degli atleti e delle squadre sarebbe ovviamente diversa nel caso di un’unica rappresentanza). Il commento di Mauro Magatti su Avvenire.

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Ue, l'Italia, il debito pubblico: doppio legame, la trappola

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Si dimentica che il problema n. 1 del Belpaese è la motagna del debito pubblico

Aldilà del banale calcolo elettorale di rimandare di qualche anno le restrizioni sul bilancio, la strada scelta in questi giorni è una via di mezzo che non scioglie i nodi di fondo e che, anzi, rischia di spingere l’Europa verso una divaricazione insostenibile. Non è con le furbizie tattiche né con i vecchi schemi di pensiero che si avanza verso il futuro. L’Italia e l’Europa hanno bisogno, oggi più che mai, di coraggio e di visione.Il commento di Mauro Magatti su Avvenire.

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