Monet e gli impressionisti a Bologna a Palazzo Albergati

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Palazzo Albergati, nel centro  di Bologna, ospita dal 29 agosto la mostra Monet e gli Impressionisti, che come ha  spiegato  il presidente della Regione Emilia Romagna, Stefano Bonaccini, svolge una funzione quasi unica   nella situazione di emergenza sanitaria che stiamo vivendo,  anche per il valore del progetto e diventa espressione del grado raggiunto  dal turismo culturale nella città.  Essa che chiuderà il 14 febbraio 2021 è stata realizzata in collaborazione fra il Gruppo Arthemisia ed il Musèe Marmottan Monet ed ha la curatela di  Marianne Mathieu, direttrice scientifica del Museo di Parigi. Dentro la mostra le ninfee rosa e azzurre, i glicini viola, i paesaggi innevati dove si stagliano  le scarne braccia degli alberi e le  scogliere che si gettano nell’acqua, mentre la schiuma delle onde si solidifica in pennellate corpose e  restituisce segmenti di luce, ci affascinano con un’arte che ha saputo raccontare la modernità di un’epoca. Mentre attraversiamo  le sale dell’esposizione siamo incuriositi da queste epifanie di colore che sembrano colare dai quadri e rivestire intere pareti. Il senso di sorpresa ci coglie fin dall’inizio poiché questa è la prima occasione che il Musèe Marmottan Monet,  presta un corpo di opere consistente  e che racchiudono ognuna di esse una vicenda, non solo artistica, ma anche privata. Ci tramandano “brani” poco, o non noti, della vita della grande famiglia degli Impressionisti. Il Musèe Marmottan aprì i battenti nel 1934 per desiderio di Paul, l’ultimo discendente della ricca e influente famiglia Marmottan, che aveva pensato di legare la sua dimora ad un ente culturale per garantirne cosi,  dopo la  sua morte, l’apertura al pubblico e favorire anche un’adeguata tutela a quella galleria di pittura antica, per molti aspetti straordinaria. Sono tuttavia le donazioni di opere di Victorine e Eugène Donop de Monchy nel 1940 che, regalando undici tele che portano la firma di Claude Monet, Berthe Morisot, Pierre Auguste Renoir, Alfred Sisley e Camillo Pissarro, danno inizio alle collezioni Impressioniste del museo. E questo  è comprensibile in mostra, nel ritratto giovanile che Renoir fa alla giovane  Victorine su commissione del padre di essa: un segno di quelle relazioni, amicizie  ed ammirazione che animano  mecenati ed artisti della nuova corrente pittorica. Nel lascito di Victorine ci sono due capolavori di Claude Monet che possiamo ammirare in tutta la forza della loro novità e della loro  bellezza: Il treno nella neve. La locomotiva, un dipinto del 1875 e Il Ponte dell’Europa. Stazione di Saint - Lazare del 1877. Nella prima opera, la Locomotiva sul bianco di una neve che  percepiamo  nella  solidità di un manto ghiacciato, con i suoi fumi scurisce  il cielo e restituisce i colori  di una giornata d’inverno dove tuttavia una macchia di colore  simile a un drappo rosso e quei fari gialli che si staccano sulle superfici scure della macchina, sanno riaccendere con una virgolettata di colore l’intera immagine. Ancora lunghe scie di fumo  nella Stazione di Saint - Lazare che, nelle tonalità del grigio e bianco, si condensano in nuvole leggere che non appesantiscono, ma diventano lo scenario consueto dell’effervescenza della vita moderna, mentre salgono a coprire con le sfumature più chiare le superfici eleganti color avorio dei palazzi cittadini. Nel 1966 il museo ricevette il lascito dell’ultimo figlio di Monet, Michel: più di cento opere, tra cui  grandi quadri con ninfee, diventando così la più grande collezione esistente al mondo dell’artista francese e assumendo  il nome attuale: Musèe Marmottan Monet. Dagli anni  Novanta l’istituzione accoglie anche la prima raccolta di quadri della più famosa pittrice francese impressionista: Berthe Morisot, cognata  e  grande amica di quel celebre Edouard Manet, per cui posò anche come modella fino al matrimonio con il fratello Eugene. Quel frammento di quadro con Berthe distesa, dipinto da Edouard, visibile a Palazzo Albergati, in quel gioco di neri e marroni, dove spicca il colorito chiaro del volto della pittrice e il tratto deciso dei lineamenti, racconta della loro amicizia vissuta anche  nelle sale del Louvre mentre si esercitavano sui quadri di artisti noti. Espressione  dell’amicizia fra pittori è quel ritratto di Julie, la figlia di Berthe, dipinto da Renoir, dove lo sguardo che sfugge  gli occhi dello spettatore non  riesce a celare però la soavità e l’intensità di un volto  che è avvolto in una nuvola vaporosa di capelli  che mutano,  in  toni luminosi, dal rosso al nero. Il pennello di Berthe esprime  la sua delicata sensibilità come nell’opera Donna con  il ventaglio dove, con una ridotta gamma cromatica, che si arricchisce solo nelle piante sul tavolino dietro la modella, riesce a restituirci la consistenza a volte vitrea, a volte morbida degli oggetti e degli indumenti. Molte tele della pittrice ritraggono la figlia Julie spesso in compagnia della cugina Jeannie  come Sul Melo: qui è visibile una pennellata fluida e chiara che sembra congiungere le linee dei movimenti dei corpi a quelle delle piante. Nella pastorella sdraiata, che raffigura un’amica di Julie, la tavolozza nelle striature del colore, azzurro e viola e i tocchi di arancio e bianco disegnano una scena di Arcadia contemporanea, ma soprattutto l’opera incanta  perché la luce sembra costruire le immagini. Luce e acqua, bianco ed azzurro nel Porto di Nizza, sempre della stessa autrice, dove trionfa la tecnica impressionista. Un piccolo quadro che racchiude nella stessa misura bellezza e concentrazione di visione è il  Bosco sulla  Côte de Grâce, Honfleur di Camille Corot. In mostra sono ammirabili, infatti,  quadri che erano appartenuti al lascito di Annie Rouart, nuora di Julie, che possedeva  opere di maestri come Corot o di amici di famiglia come gli impressionisti. Possiamo ammirare anche opere di Paul Signac, acquistate da Claude Monet. Di Monet  cogliamo l’immersione nei colori della natura tra gli spazi di Argenteuil e Giverny e la sua attrazione per la cultura giapponese di cui  reca testimonianza la sua ultima opera dipinta che chiude la mostra: Le rose. Qui i fiori fluttuano nell’azzurro recando con se la leggerezza e i colori della vita. La rassegna Monet e gli Impressionisti rimarrà aperta  per i visitatori tutti i giorni dalle 10.00 alle 20.00.

Patrizia Lazzarin, 29 agosto 2020

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Ulissefest - La festa del viaggio

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In questo periodo storico parlare di viaggi, ritornare  a muoversi alla ricerca di noi e  degli altri esseri umani, in luoghi che spesso la nostra mente accarezza nell’immaginazione, può risuonare  di echi profondi e di desideri solo in parte svelati alla nostra coscienza. UlisseFest che si apre il 28 agosto  a Rimini,  già nel nome  si riallaccia al significato intrinseco di un viaggiatore simbolo del peregrinare fra mari e terre: quell’Ulisse che abbiamo seguito  leggendolo sui banchi di scuola, nel suo lungo percorso di ritorno ad Itaca. La cittadina della Romagna ospiterà la IV edizione del Lonely Planet UlisseFest, organizzato dalla casa editrice EDT nei giorni dal 28 al 30 agosto ed esso sarà un’occasione per ragionare sul Mondo. I luoghi di cui si parlerà sono da sempre affascinanti: dalla Patagonia, alla Mongolia, dai paesi nordici all’Africa, con punti di osservazione attenti a coglierne le peculiarità. Saranno film, documentari, libri, interviste, spettacoli, musiche e cibi a  farci condividere le atmosfere di spazi   vicini e lontani: la cultura e la bellezza delle terre di Romagna e delle Marche accanto ai racconti e alle esperienze che sono diventate patrimonio comune e/o nuova scoperta. Certamente un argomento estremamente attuale  sarà il tema trattato nella Tavola Rotonda di venerdì 28 agosto al Teatro Galli: Viaggio in Italia, un racconto “lungo” sette regioni italiane, sintesi del lavoro, nei mesi scorsi, di Loney Planet, sulla fatica  e sulle speranze della ripresa dall’emergenza Covid19, fra soste e ripartenze.  Oltre i confini: l’avventura diventa viaggio nel film che riprende fra le mani la vita e  anche lo  zaino dello scrittore britannico Bruce Chatwin, noto per il libro cult sulla Patagonia. Il regista tedesco Werner Herzog in Nomad – In the footsteps  di Bruce In questo periodo storico parlare di viaggi, ritornare  a muoversi alla ricerca di noi e  degli altri esseri umani, in luoghi che spesso la nostra mente accarezza nell’immaginazione, può risuonare  di echi profondi e di desideri solo in parte svelati alla nostra coscienza. UlisseFest che si apre il 28 agosto  a Rimini,  già nel nome  si riallaccia al significato intrinseco di un viaggiatore simbolo del peregrinare fra mari e terre: quell’Ulisse che abbiamo seguito  leggendolo sui banchi di scuola, nel suo lungo percorso di ritorno ad Itaca. La cittadina della Romagna ospiterà la IV edizione del Lonely Planet UlisseFest, organizzato dalla casa editrice EDT nei giorni dal 28 al 30 agosto ed esso sarà un’occasione per ragionare sul Mondo. I luoghi di cui si parlerà sono da sempre affascinanti: dalla Patagonia, alla Mongolia, dai paesi nordici all’Africa, con punti di osservazione attenti a coglierne le peculiarità. Saranno film, documentari, libri, interviste, spettacoli, musiche e cibi a  farci condividere le atmosfere di spazi   vicini e lontani: la cultura e la bellezza delle terre di Romagna e delle Marche accanto ai racconti e alle esperienze che sono diventate patrimonio comune e/o nuova scoperta. Certamente un argomento estremamente attuale  sarà il tema trattato nella Tavola Rotonda di venerdì 28 agosto al Teatro Galli: Viaggio in Italia, un racconto “lungo” sette regioni italiane, sintesi del lavoro, nei mesi scorsi, di Loney Planet, sulla fatica  e sulle speranze della ripresa dall’emergenza Covid19, fra soste e ripartenze.  Oltre i confini: l’avventura diventa viaggio nel film che riprende fra le mani la vita e  anche lo  zaino dello scrittore britannico Bruce Chatwin, noto per il libro cult sulla Patagonia. Il regista tedesco Werner Herzog in Nomad – In the footsteps  di Bruce Chatwin– ripercorre con lo suo stesso zaino, le vie  che l’amico aveva attraversato toccando e vivendo in villaggi sperduti.  È  l’avventura che diventa viaggio di conoscenza e di sopravvivenza  come nei due cortometraggi  The Frozen Roadche in 24 minuti narra la solitaria avventura, su due ruote del giovanissimo Ben Page nel gelido nord del Canada fino al mare Artico oppure in  Disko  che si muove nelle acque del grande Nord,  sulle tracce del lupo di mare Olivier Dupont Huin. Nel reading e nelle musiche di Massimo  Zamboni  nella stessa giornata di venerdì 28 ritroviamo il fascino ancestrale della Mongolia resa mitica da Gengis Khan e attraversata da Marco Polo. Il viaggio assume  anche sfumature esperienziali e diventa qualcosa da portarsi a casa come un ricordo che ci resta incollato, quasi un souvenir. Si parlerà di questo con Maurizio Cioria, appassionato di spiritualità e sciamanesimo durante una colazione/brunch multietnica. Dei tesori e delle eccellenze fra Appennino ed Adriatico:tra i castelli dell’Emilia, negli  spazi verdi di Modena e Bologna, del bello che si traduce in buon cibo si discuterà nella stessa giornata in piazza Cavour. Dei piaceri del palato, delle Marche che sono salite sul podio della classifica Lonet Planet Best in Travel 2020, grazie alla loro cucina così tipica, ma che amalgama allo stesso tempo gli ingredienti nel confronto  di culture gastronomiche differenti, racconteranno lo chef Moreno Cedroni, il cuoco viaggiatore Lorenzo Biagiarelli e la giornalista Selvaggia Lucarelli. Parigi, i cuochi e les italiens  saranno invece  i protagonisti sabato 29 agosto, al Teatro Galli,  con lo scrittore Enrico Pandiani  che presenterà, in anteprima assoluta,  il suo libro: Il gourmet cena sempre due volte, un giallo gastronomico ambientato  in una delle città del mondo con una fra le più grandi tradizioni culinarie: Parigi. Viaggio nei luoghi, ma soprattutto dentro l’animo umano, dentro la vita del protagonista del romanzo: Il Colibri di Sandro Veronesi, vincitore del premio Strega 2020. Quel Marco Carrera simile  a quel piccolo uccello che sa mettere tutta la sua energia nel restare fermo, nel mantenere intatto  il mondo e il tempo  intorno a lui. Revoluzione il nuovo libro del  musicista Giovanni Allevi, parla di cambiamento, della paura e delle difficoltà che ci fanno sembrare impossibile modificare situazioni che sono infelici. Dove trovare la forza per questo? Le risposte non sono scontate. Incontrerà il pubblico nella prima serata di sabato in piazza Cavour. L’ultima giornata accoglie tante proposte fra cui possiamo ricordare lo spettacolo con voce narrante e musica, con il geologo Mario Tozzi  e il sassofonista Enzo Favata, dentro le origini e la storia del Mediterraneo e il racconto dello scrittore Grammenos Mastrojeni del suo libro Effetto serra effetto guerra che spiega i legami tra ambiente, pace e sicurezza che si intrecciano con il tema della libertà. Dall’Adriatico al Borneo và in scena Emilio Salgari con un evento che insieme ad Anselmo Roveda e Marco Paci ci farà viaggiare dentro la fantasia, affiancando reading e live painting. Impossibile citare tutti, ma i nomi e i momenti per parlare  di viaggi fuori e dentro di noi, per ascoltare suoni ricchi di suggestioni, come nel concerto del 30 agosto con Paolo Fresu e Daniele Di Bonaventura, sono  veramente molti. Gli  appuntamenti  di queste tre giornate si possono ricercare visitando il sito www.ulissefest.it, dove compaiono le sedi e gli orari.

Patrizia Lazzarin, 27 agosto 2020

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Baldassarre Castiglione e Raffaello, volti e momenti della vita di corte

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La bella mostra si è aperta ad Urbino, a Palazzo Ducale, Sale del Castellare, il 19 luglio  e potrà essere visitata fino all'1 novembre 2020. Ricreare un’epoca attraverso i suoi miti ed i suoi  ideali, le filosofie e i sogni che l’hanno caratterizzata,  acquisisce sfumature preziose quando si lega al periodo rinascimentale e alle sue corti, alle sue storie di armi e di cavalieri, di dame colte ed eleganti, di arte e bellezza profusa a piene mani nelle opere di architettura, pittura e scultura, in cammei che restituiscono effigi antiche, nella musica  e nei libri  che ci rimandano gli echi di un ideale armonico di vita. Nello stesso anno in cui si Ricreare un’epoca attraverso i suoi miti ed i suoi  ideali, le filosofie e i sogni che l’hanno caratterizzata,  acquisisce sfumature preziose quando si lega al periodo rinascimentale e alle sue corti, alle sue storie di armi e di cavalieri, di dame colte ed eleganti, di arte e bellezza profusa a piene mani nelle opere di architettura, pittura e scultura, in cammei che restituiscono effigi antiche, nella musica  e nei libri  che ci rimandano gli echi di un ideale armonico di vita. Nello stesso anno in cui si celebrano i cinquecento anni della mortedi Raffaello, la rassegna che si è inaugurata nelle Sale del Castellare del Palazzo di Urbino e che reca il titolo: BALDASSARRE CASTIGLIONE E RAFFAELLO, Volti e momenti della vita di corte, è un ritratto, attraverso gli scritti del letterato mantovano, autore del celebre Libro del Cortegiano e grazie ai quadri, agli abiti, alle armi e alle  altre testimonianze del periodo, di gusti ed ideali che animavano allora le corti. L’ambiente descritto è raffinato e di equilibrata eleganza, dove il Cortegiano,  uomo di  grande cultura, esperto di armi, conoscitore delle arti figurative e dotato di buona eloquenza,  si muove a suo agio mostrando quella sprezzatura, che è la capacita di non far vedere lo sforzo che si cela dietro l’arte, ma al contrario, ne fa risaltare  la sua naturalezza.  Il piacere di un dialogo che ha trasformato ora  i suoi stilemi espressivi  e i rapporti fra le persone e che si nutre di  grazia, è il leit motivo  sotterraneo, quasi risorgiva, dell’opera principale di Baldassarre Castiglione. I protagonisti delle conversazioni sono alcune fra le principali figure che gravitano intorno alla corte urbinate: Ludovico di Canossa, Ottaviano e Federico Fregoso, Giuliano de’ Medici, Cesare Gonzaga, Bernardo Dovizi da Bibbiena e il cardinale  Pietro Bembo. Il titolo della mostra affianca i nomi di Raffaello e di Castiglione Ricreare un’epoca attraverso i suoi miti ed i suoi  ideali, le filosofie e i sogni che l’hanno caratterizzata,  acquisisce sfumature preziose quando si lega al periodo rinascimentale e alle sue corti, alle sue storie di armi e di cavalieri, di dame colte ed eleganti, di arte e bellezza profusa a piene mani nelle opere di architettura, pittura e scultura, in cammei che restituiscono effigi antiche, nella musica  e nei libri  che ci rimandano gli echi di un ideale armonico di vita. Nello stesso anno in cui si celebrano i cinquecento anni della mortedi Raffaello, la rassegna che si è inaugurata nelle Sale del Castellare del Palazzo di Urbino e che reca il titolo: BALDASSARRE CASTIGLIONE E RAFFAELLO, Volti e momenti della vita di corte, è un ritratto, attraverso gli scritti del letterato mantovano, autore del celebre Libro del Cortegiano e grazie ai quadri, agli abiti, alle armi e alle  altre testimonianze del periodo, di gusti ed ideali che animavano allora le corti. L’ambiente descritto è raffinato e di equilibrata eleganza, dove il Cortegiano,  uomo di  grande cultura, esperto di armi, conoscitore delle arti figurative e dotato di buona eloquenza,  si muove a suo agio mostrando quella sprezzatura, che è la capacita di non far vedere lo sforzo che si cela dietro l’arte, ma al contrario, ne fa risaltare  la sua naturalezza.  Il piacere di un dialogo che ha trasformato ora  i suoi stilemi espressivi  e i rapporti fra le persone e che si nutre di  grazia, è il leit motivo  sotterraneo, quasi risorgiva, dell’opera principale di Baldassarre Castiglione. I protagonisti delle conversazioni sono alcune fra le principali figure che gravitano intorno alla corte urbinate: Ludovico di Canossa, Ottaviano e Federico Fregoso, Giuliano de’ Medici, Cesare Gonzaga, Bernardo Dovizi da Bibbiena e il cardinale  Pietro Bembo. Il titolo della mostra affianca i nomi di Raffaello e di Castiglione perché entrambi hanno contribuito a creare il grande mito di Urbino e della sua reggia rinascimentale.  L’opera  reca la dedica a Federico da Montefeltro, quel   duca  che aveva  trasformato il palazzo in una residenza maestosa e scenografica  e che spesso associamo nella nostra mente al famoso  Studiolo intarsiato con le rappresentazioni di virtù e valori del principe. Guidano la conversazione la duchessa Elisabetta e la signora Emilia Pio, vedova di un fratello del Duca, mentre il duca Guidubaldo si trova nelle sue stanze, a letto, ammalato.  L’unione spirituale e l’affinità fra il pittore urbinate  e Castiglione è avvertibile già nel  primo  libro del Cortegiano, dove lo scrittore menziona  gli artisti ritenuti ancora nei tempi odierni fra i maggiori, come  Raffaello, Mantegna, Michelangelo, Leonardo da Vinci e Giorgione. Il trattato diviso  in quattro volumi, e pubblicato nel 1528, lascia spazio nel terzo tomo alle donne. Lezioni di letteratura, politica, musica, danza e arte devono essere impartite anche ad esse inaugurando così un nuovo ideale di umanità ma anche una diversa e rinnovata  attenzione al genere femminile. Si possono citare a titolo d’esempio le sue dichiarazioni nel fare  riferimento alle conversazioni della signora Emilia Pio: la qual per esser dotata di così vivo ingegno  e giudicio, come sapete, pareva la maestra di tutti,  e che ognuno da lei pigliasse senno e valore … perché entrambi hanno contribuito a creare il grande mito di Urbino e della sua reggia rinascimentale.  L’opera  reca la dedica a Federico da Montefeltro, quel   duca  che aveva  trasformato il palazzo in una residenza maestosa e scenografica  e che spesso associamo nella nostra mente al famoso  Studiolo intarsiato con le rappresentazioni di virtù e valori del principe. Guidano la conversazione la duchessa Elisabetta e la signora Emilia Pio, vedova di un fratello del Duca, mentre il duca Guidubaldo si trova nelle sue stanze, a letto, ammalato.  L’unione spirituale e l’affinità fra il pittore urbinate  e Castiglione è avvertibile già nel  primo  libro del Cortegiano, dove lo scrittore menziona  gli artisti ritenuti ancora nei tempi odierni fra i maggiori, come  Raffaello, Mantegna, Michelangelo, Leonardo da Vinci e Giorgione. Il trattato diviso  in quattro volumi, e pubblicato nel 1528, lascia spazio nel terzo tomo alle donne. Lezioni di letteratura, politica, musica, danza e arte devono essere impartite anche ad esse inaugurando così un nuovo ideale di umanità ma anche una diversa e rinnovata  attenzione al genere femminile.

Fungono da rimando  in mostra anche le Epistole di Baldassarre Castiglione. Quelle finora raccolte sono 1779 e quelle presenti  ad Urbino hanno la funzione di introdurre temi di fondamentale rilievo e di raccontare Fungono da rimando  in mostra anche le Epistole di Baldassarre Castiglione. Quelle finora raccolte sono 1779 e quelle presenti  ad Urbino hanno la funzione di introdurre temi di fondamentale rilievo e di raccontare gli oggetti esposti. Certamente la lettera scritta assieme a Raffaello, di cui era amico, e indirizzata  a Papa Leone X,  sul patrimonio culturale, è una pietra  miliare nella progressiva consapevolezza della necessità della tutela dei beni storici ed artistici. Nelle medaglie provenienti dal Museo del Bargello di Firenze e dai Musei Reali di Torino riconosciamo  i volti di alcuni dei personaggi che animano maggiormente i dialoghi del Cortegiano: da Isabella d’Este a Francesco II, da Leone X al cardinale Pietro Bembo, dalla duchessa Elisabetta Gonzaga a Emilia Pio e possiamo ricreare così visivamente le discussioni di quella corte. La mostra curata da Vittorio Sgarbi ed Elisabetta Soletti  ci conduce lungo le sale per ammirare i ritratti di donne ed uomini del 500’ dipinti da Raffaello, Tiziano ed altri noti artisti, fra gli abiti indossati nelle feste e  accanto alle armature, nella visione di opere di arte antica e moderna, oggetto di collezionismo: marmi, bronzi, cammei, pietre preziose, medaglie, quadri e specchi e ci invita ad entrare come spettatori consapevoli nella vita di  una corte rinascimentale. L’ultima sezione è riservata ai manoscritti e alle edizioni antiche delle opere di Castiglione, riunite qui in parte, assieme ad alcuni libri, classici e moderni che rivelano le sue numerose letture e la sua poliedrica cultura.

Patrizia Lazzarin, 22 luglio 2020

 

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