Il tripartitismo che blocca il Paese

Che Renzi possa vincere o perdere le elezioni a seconda che il secondo arrivato sia Berlusconi o Grillo non è irragionevole in assoluto, ma è un aspetto del funzionamento della legge su cui inviterei a riflettere. Se ci fossero solo due poli (destra e sinistra), e in entrambi esistesse un partito dominante, la legge elettorale che l'Italia sta per adottare funzionerebbe bene, e favorirebbe la transizione e a un sistema bipartitico. Ad ogni elezione la sfida sarebbe tra il principale partito della sinistra e il principale partito di destra, e il secondo turno servirebbe solo nei casi in cui il vincitore non fosse stato in grado di rastrellare un consenso sufficiente (almeno il 40%) fin dal primo turno. Un editoriale di Luca Ricolfi su Il Sole 24 Ore.

L'Italicum di Renzi ed il rischio caos

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Se l'Italia uscirà dalla crisi dovrà ringraziare la Bce

L'Europa non vuole a nessun patto una crisi politica in Italia che produca la caduta del governo attuale. Una crisi del genere in un Paese dove il debito pubblico è uno dei più grandi del mondo, riporterebbe le aspettative dall'ottimismo al pessimismo e sconvolgerebbe i mercati vanificando in gran parte gli interventi della Bce. Matteo Renzi e il suo governo sembrano inamovibili. Per lui è una polizza d'assicurazione fantastica; almeno fino al 2016 è assicurata la sua inamovibilità. Del resto non ci sono alternative nella politica italiana in generale ed anche dentro il Pd. Forse nel Pd del 2016 sarà emersa la figura di un altro leader che possa costruire un partito di sinistra in luogo del partitone che Renzi ha messo al centro della politica italiana. E forse si starà profilando una nuova destra che non sia quel nanerottolo guidato da Alfano. Un editoriale di Eugenio Scalfari su la Repubblica.

La nostra democrazia si sta trasformando in una "democratura"

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Beppe Grillo si sveglia dal lungo sonno

Beppe Grillo e Matteo Renzi non si amano. E' risaputo. Ma sono due frutti diversi di una stessa radice: la rivolta contro l’ establishment dei vecchi partiti, l’esigenza di una politica nuova, al prezzo di una certa ruvidezza di parole e di metodi. Non potranno certo governare insieme. È prematuro credere che possano davvero trovare accordi su temi concreti. Ma farebbero bene a provarci «con onestà intellettuale», come chiede Grillo. Se i rappresentanti di un elettorato che i sondaggi valutano ancora attorno al 20% cominciano a giocare, allora il gioco si fa un po’ meno duro, ma molto più interessante. Un editoriale di Aldo Cazzullo sul Corriere della Sera.

La svolta del M5S è un bene per il Paese

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