L'occupazione che non c'è, problema per Renzi

Per una crescita degli occupati ci vogliono anni. Ad esso potranno contribuire alcune riforme, in particolare quelle della burocrazia e della giustizia civile. E tuttavia penso che non possiamo aspettare e che, nel breve periodo, l'unico strumento che può avere un impatto significativo sul tasso di crescita, e quindi sull'occupazione, sia una riduzione della pressione fiscale sui produttori. Da questo punto di vista trovo preoccupante che, finora, a parte la (sacrosanta) abolizione dell'imposta sulla prima casa, ben poco sia previsto per il 2016. Dobbiamo ricordare, infatti, che nel 2016, ossia fra meno di 5 mesi, cesserà la decontribuzione sugli assunti a tempo indeterminato, e non saranno ancora in vigore né la riduzione dell'Ires né quella dell'Irap, che Renzi ha annunciato per il 2017. Il 2016, in altre parole, rischia di essere un anno in cui viene completamente a mancare ciò di cui più v'è bisogno, ovvero un alleggerimento della pressione fiscale su chi crea ricchezza.

 

Primo dovere del governo, favorire la crescita degli occupati

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L'Unione Europea non si occupa di lavoro

Nel secondo dopoguerra, J. M. Keynes si battè affinché la piena occupazione costituisse l’obiettivo di fondo della politica economica dei Paesi occidentali. Nella convinzione che economia e democrazia si tengono necessariamente la mano. Sono quasi trent’anni che un tale obiettivo è sparito dall’agenda dei governi. E, dopo sette anni di crisi, una decisa virata ancora non si vede: le istituzioni centrali — specie quelle europee — continuano a considerare gli obiettivi di controllo dell’inflazione il criterio della loro azione. Non sta forse in questa paradossale inversione la ragione dei nostri problemi? Un articolo di Mauro Magatti sul Corriere della Sera.

Problema n. 1, il lavoro che non c'è

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Renzi non tollera critiche, segno di debolezza

Il premier fiorentino, intervistato qualche giorno fa, ha onestamente riconosciuto che la crisi non è affatto finita e che, per dire che ne siamo fuori, dovremo aspettare il momento in cui avremo ricostituito tutti i posti di lavoro (circa 1 milione) distrutti in questi lunghi anni. La domanda vera è: abbiamo fatto e stiamo facendo tutto il possibile per riparare le falle e riaccendere i motori della crescita? L'analisi nuda e cruda di Luca Ricolfi sull'inadeguatezza di Matteo Renzi.

Renzi, i traguardi non raggiunti

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