Le stragi dell'Isis colpiscono indiscriminatamente tutti noi

Se gli attentati non sono diretti verso obiettivi militari, istituzionali o simbolici (come nel terrorismo classico, compreso quello delle Brigate Rosse negli anni ’70), ma si indirizzano contro persone normali, colte nei gesti della vita quotidiana, e in più lo fanno con elevata frequenza, allora nelle nostre menti non può non verificarsi una sorta di “salto quantico”. È il salto dalla percezione di un rischio astratto e remoto a quella di un rischio concreto e, per così dire, in servizio permanente effettivo, ovvero sempre e comunque in agguato. Di un simile salto io stesso ho un ricordo piuttosto vivido, risalente agli anni ’70 e ’80: quando il terrorismo ebbe a mostrare il suo volto “stragista”, dalla Banca dell’Agricoltura al treno Italicus, dalla strage di Piazza della Loggia a quella della stazione di Bologna, molti di noi cessarono di vivere il pericolo terrorista come un’eventualità teorica (la classica tegola in testa, che può capitare a chiunque in qualsiasi momento), per sentirlo invece come una possibilità reale e molto concreta, capace di modificare piani di vita e stati d’animo, ad esempio in occasione di un viaggio o della partecipazione ad un evento pubblico. Un editoriale d Luca Ricolfi su Il Sole 24 Ore.

Il terrorismo sta sconvolgendo l'Occidente

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I rischi dell'Occidente nella guerra contro Isis

  • Pubblicato in Esteri

Per la Russia, l’Iran, gli Hezbollah libanesi e il loro protetto Bashar Assad i nemici sono tutti coloro che si oppongono al regime di Damasco: anche l’Isis ma non solo. Per la coalizione a guida americana con i francesi i nemici sono l’Isis e altri gruppi jihadisti: esclusa da questa lista l’araba fenice dell’opposizione laica o moderata. L'editoriale di Alberto Negri su Il Sole 24 Ore.

Russia e Francia soli contro gli jihadisti

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Magistrati timidi con gli jihadisti

Nel settembre del 2014 il settimanale L’Espresso fece un’inchiesta sugli ormai troppi casi di jihadisti, accusati di terrorismo internazionale, passati per le mani della giustizia italiana e assolti o comunque lasciati liberi di continuare altrove la loro mortale attività. Per esempio, accadeva che certi giudici fossero disposti a riconoscere come «opinioni», libere manifestazione del pensiero, non perseguibili, i proclami jihadisti (sgozziamo tutti gli infedeli, e simili).  L'editoriale di Angelo Panebianco sul Corriere della Sera.

Lotta contro il terrorismo, Italia anello debole

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