Road map del governo Meloni: due Ucraine al posto di una

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Aiuti o no all'Ucraina? La china pericolosa del nostro governo

A chi abbia ascoltato con attenzione in Parlamento il discorso del ministro della difesa, Guido Crosetto, sfrondandolo dalla retorica intelligente e accorta, resa ancora più monumentale dallo spettacolo di vergogna e di viltà offerto dal Campo Largo, non può essere sfuggito che il titolare della difesa ha delineato esattamente questa road map negoziale (...) La piena integrità territoriale dei confini riconosciuti dell'Ucraina resta l'obiettivo dell'intera comunità internazionale... Al contempo, dobbiamo essere realisti e non possiamo ignorare la situazione militare sul campo che, sebbene si possa, al momento, considerare in equilibrio, disegna una geografia politica diversa da quella del gennaio 2022...(...) Moltissimi paesi europei tra cui l'Italia, la Francia, la Spagna e il Belgio hanno speso in aiuti bilaterali per l'Ucraina meno dello 0,1 per cento del Prodotto interno lordo, pochi hanno raggiunto lo 0,5 per cento, pochissimi l'1 per cento. Per immaginare una pace diversa da una resa fintamente salomonica bisognerebbe essere capaci di pensare che la difesa dell'Ucraina è l'autodifesa dell'Europa e che ogni pezzo di Ucraina perduto alla sovranità dei suoi cittadini è un pezzo perduto di sovranità europea. Però di questo pensiero tragico e autenticamente realistico la gran parte della politica, dell'informazione e (quindi) dell'opinione pubblica italiana ed europea non è con ogni evidenza all'altezza.Sembrano costi di guerra? Il commento di Carmelo Palma su Linkiesta.

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Crosetto e Milley a Roma sul tema sicurezza in Africa

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In Africa, gli attori non statali cercano di “destabilizzare le nazioni e di minare lo stato di diritto”

Gli Stati Uniti sono fortemente interessati alle attività di contro-terrorismo e contro-insorgenza. La diffusione dei gruppi armati — molti dei quali di natura jihadista — continua a essere un flagello in tutto il continente, da al-Shabaab in Somalia ad al-Qaeda e Is nel Sahel. Come scrive la recente relazione annuale pubblicata dagli organismi di intelligence italiani, l’Africa subsahariana “si configura ormai come il nuovo vero epicentro del jihad globale”. Con 3.241 eventi di natura terroristica e 5.241 vittime è stata l’area del Continente più colpita nel 2022 — a cui vanno poi aggiunto seguita i 2.365 attacchi con 3.397 vittime nel Corno d’Africa. Il commento di Emanuele Rossi su Formiche.

 

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Maggioranza nel caos, opportunità per le opposizioni

Maggioranza inizia male il suo percorso, si apre uno spazio per le opposizioni

Sul tavolo di Giorgia Meloni non c’è ancora il sesto decreto di aiuti militari all’Ucraina (...) Meglio far finta che Silvio Berlusconi non abbia detto a Bruno Vespa che a un certo punto l'Ucraina dovrà capire di non poter più contare sulle armi e sugli aiuti. Il commento di Amedeo La Mattina sul sito Linkiesta.

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