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Eravamo aggressori. Ma l'Asse ha perso, per fortuna

Ci siamo dimenticati di quel che è accaduto negli anni '40

L'assessore alla cultura delle Regione Veneto ha firmato una circolare indirizzata alle scuole per invitarle a ricordare la battaglia di Nikolaievka in cui le forze dell’Asse che avevano invaso l’Unione Sovietica furono disastrosamente accerchiate e sconfitte e dovettero tornare indietro un po’ al galoppo e molti in straziante ritirata. Lei qui inserisce l’avverbio “purtroppo”, purtroppo accerchiate: con quell’avverbio viene a dire che la sconfitta dell’Asse le dispiace, che avrebbe preferito una vittoria dell’Asse e una sconfitta dell’Urss. Il commento dello scrittore Ferdinando Camon su Avvenire

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La guerra è morte ed è pazzia

  • Pubblicato in Esteri

"Sono un soldato!"

« Hai ucciso?», «Sono un soldato», e mi chiedo: «Cosa vuol dire? Ha ucciso o no?». Mi vengono in mente molte cose. Ci sono stati molti ragazzi russi che nei mesi scorsi, in età di arruolamento, scappavano di notte dalle loro case, passavano i confini incustoditi, e andavano all’estero, perché? Per non fare il servizio militare? No, per non uccidere. Sanno che, appena arrivati al fronte, gli mettono in mano un’arma e gli dicono: «Spara!». Il commento di Ferdinando Camon su Avvenire.

 

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A Mosca l'esibizione di potenza e perfezione formale

  • Pubblicato in Esteri

Mosca, la maxiparata nel ricordo della maxi-vittoria sul nazismo

Abbiamo ancora negli occhi la visione della parata militare nella Piazza Rossa, e ci domandiamo a cosa è servita, cosa ha comunicato ai russi e al mondo, perché si è fatta. Perché si fa una parata militare? Per mostrare al mondo la potenza, e rinforzare nell’esercito e nel Paese l’unità. Un esercito che sfila è una macchina, e la macchina comunica un senso di obbedienza totale, fino alla fine, e dunque di inarrestabilità. Il soldato che marcia dentro un esercito che marcia si sente parte di un tutto in sintonia, e sente che il tutto è invincibile. Il commento di Ferdinando Camon su Avvenire.

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