Venezia bianca

Venezia bianca

A  Venezia, città che galleggia sull’acqua, popolata di barche e gondole mentre i suoi palazzi si affacciano su una distesa liquida attraversata da canali e ponti, quando nevica evento rarissimo,  ognuno vive attimi di meraviglia. Venezia romantica per antonomasia, diventa ancora più preziosa.  La neve bianca e soffice copre tutto di  un candore che trasforma il paesaggio in un dolce al marzapane dove distinguiamo modificate le sembianze delle cose.

I fiocchi come  gioielli naturali in forma di cristallo si appoggiano riempiendo di luce ogni luogo. Immagini di questo evento racchiudono in sé una profonda magia che avvolge anche le persone che vediamo camminare tra la neve. L’esposizione che possiamo ammirare da dicembre presso la Fondazione Wilmotte grazie alla  partecipazione del Circolo Fotografico la Gondola e dell'Archivio della Fondazione Querini Stampalia - presenta - per la collezione Luigi Ferrigno - 49 immagini in bianco e nero dal titolo "Venezia bianca".

Questa raccolta di fotografie rende omaggio all'eterna bellezza dell’antica città che era stata regina dei mari. La mostra, concepita come un viaggio fotografico, è divisa in tre temi principali: Piazza San Marco, le gondole e la gente.

Una foto del 1956 ritrae un bambino vestito con un cappotto e un berretto spruzzati di neve che, seduto su dei gradoni poco sopra un canale d’acqua sorride con la testa china  guardando il piccolo mondo intorno a lui. Un mondo fatto anche dei suoi piccoli scarponi imbiancati e di un freddo che sembra intirizzire e stupire alla stessa maniera. Le foto raccontano attimi di vita catturati, racchiusi nella memoria e consegnati al nostro sguardo curioso.

Sono salti e rincorse di bambini e adulti tornati a giocare che si lanciano palle di neve sulla piazza vestita di un manto candido. Un signore anziano cammina lungo le Fondamenta e sulla parete un vecchio poster di più di cinquanta anni fa che ci restituisce le atmosfere di Carosello, si legge a malapena perché la neve ha veramente coperto anche le pareti dei palazzi. Le gondole portano carichi diversi ora, soffici e bianchi che le riempiono. Attraccate ai moli, sono imprigionate nella loro immobilità, dentro l’incantesimo di una fata buona che  ha reso ogni cosa più bella. Il silenzio ha maturato un suono diverso.

Dentro un universo in cui camminiamo in punta di piedi, il candore e lo stupore hanno fermato le attività dell’uomo. Pace: attimi sospesi. Uno sguardo nuovo su una città che narra vicende che si dipanano nei secoli. In questo luogo dal sapore speciale la  Fondation Wilmotte favorisce  l'incontro tra due mondi: il patrimonio architettonico di Venezia e le forme architettoniche contemporanee. È allo stesso tempo un laboratorio e una vetrina.

E sempre parlando di Venezia, Paolo Monti,  uno dei primi fondatori del Circolo Fotografico La Gondola ha scritto le seguenti parole. “Ricordare come nacque "La Gondola" vuol dire soprattutto ricostruire un tempo perduto: quello dei primi anni successivi alla guerra quando le nostre attese e le nostre speranze erano acutissime e incoraggiate da una vita nuova piena di scoperte e di possibilità future. Venezia era per me così eccezionale che mi eccitava in molte direzioni del conoscere e del fare, soprattutto del fare fotografie. Gli altri fondatori furono Gino Bolognini, Giorgio Bresciani e Luciano Scattola.

Patrizia Lazzarin, 4 gennaio 2024

Newsletter

. . . .