Decibel troppo alti di Meloni e battaglia inutile contro l’Ue

Decibel troppo alti di Meloni e battaglia inutile contro l’Ue

La doppia faccia di Giorgia

Sarà solo un’impressione, ma i toni e i decibel della voce di Giorgia Meloni stanno aumentando ad ogni uscita pubblica. Conoscendola per esperienza professionale, è sempre stata così, fumantina, diciamo. Anche quando era all'opposizione. Una volta a Catania si incazzò con i ragazzi del movimento di Fratelli d'Italia perché non si erano allineati bene sul marciapiede dietro di lei: doveva fare delle dichiarazioni ai giornalisti, sotto la sede storica del Msi (...)Il livello del dibattito in vista del Consiglio europeo del 29 e 30 giugno non è stato tra i migliori. Meloni non rinuncia a ogni forma di ruvidezza perché lei dice di non voler essere «paludata» e il giorno in cui non dovesse metterci la stessa passione di sempre sarebbe preoccupata (...) Non ha tutti i torti Matteo Renzi, che non si risparmiava quanto a passione e polemica quando era premier, nel sottolineare che l'intervento del presidente del Consiglio era sospeso tra due registri: quello di un impegno istituzionale e quello dei toni di propaganda, da talk show (...) «Qualcuno potrebbe bollare  l'approccio autarchico – ha detto ieri in aula con audacia e un sorriso – ma in realtà è un approccio realistico per non esporre la Ue alle dipendenze straniere». Europa autarchica. Qualche parola in meno e toni più bassi non guasterebbero.Il commento di Amedeo La Mattina su Linkiesta.

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