L'opinione pubblica contro le manovre di Palazzo

L'opinione pubblica contro le manovre di Palazzo

Presto, molto presto verrà il tempo per ascoltare una voce che, non isolata, viene dal profondo della nostra storia: «… il potere di scioglimento delle Camere [è] strumento indispensabile per adeguare la rappresentanza popolare ai reali mutamenti dell’opinione pubblica, al di fuori della durata normale delle legislature» (Aldo Moro, Assemblea costituente). All’opposto, l’ipotesi che oggi prevale all’interno del «palazzo», in ordine al prossimo referendum sulla riduzione del numero dei parlamentari, è invece che, se anche il voto degli italiani fosse espresso per il «sì», e se questo fosse magari pure accompagnato dall’assordante silenzio di chi ormai tutto della politica disprezza, comunque non cambierebbe niente fino al 2023 e dunque fino alla scadenza naturale della legislatura, inclusa nel 2022 l’elezione di un presidente della Repubblica che, fino al 2029, sarebbe così garantito gradito alle «cancellerie« europee e ai «mercati finanziari». Le considerazioni di Giulio Tremonti sul Corriere della Sera.

referendum, la loro forza d'urto ormai dimenticata

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