Pd, un errore sottovalutare le elezioni del 5 giugno

il premier Renzi

Milletrecentosessantotto Comuni, tra i quali ventisei capoluoghi di provincia, la Capitale d’Italia e ben altre quattro città metropolitane (Milano, Torino, Napoli e Bologna). È un voto importante quello del 5 giugno, un test che potrebbe equivalere, fatte le debite proporzioni, alle elezioni di midterm del sistema americano, sul quale si misurano i presidenti a metà della loro amministrazione. È vero che qui si parla di amministrazioni locali e niente cambierà nelle (già variabili) maggioranze parlamentari; ma la valenza politica del voto è evidente, sia per la quantità di elettori coinvolti che per il momento in cui cade. Tanto più che il premier Matteo Renzi non è arrivato al governo dopo un voto popolare, ma per avvicendamento con il non consenziente Enrico Letta, e si trova così davanti alla prima prova elettorale rilevante, dopo quella delle europee, giunta appena tre mesi dopo il suo arrivo a Palazzo Chigi. L'editoriale di Roberta Carlini sul Messaggero Veneto.

Amministrative, i rischi che corre il governo

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