Jobs act, l'Italia cerca di scimmiottare la Germania

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Germania, da grande malato dell'Europa a Stato più efficiente (solo l'Austria sta facendo meglio) in termini di prospettive occupazionali. Non è un caso che, nonostante i numeri incoraggianti del mercato del lavoro, oggi 13 milioni di tedeschi (uno su sei o il 16,1%) vivano al limite della soglia di povertà (povertà relativa). A dirlo è l’istituto nazionale di statistica. A rischio sono soprattutto le donne, i single e le madri sole, il 69,3% dei disoccupati e l’8,6% dei lavoratori: 3,4 milioni di cittadini che hanno un’occupazione ma fanno fatica ad arrivare a fine mese. Così Mauro Meggiolaro su Il Fatto Quoridiano.

Uno spaccato sul mondo del lavoro in casa Merkel

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Cresce l'astensione, allarme nel Palazzo

La rottamazione si ferma a Roma. L'altroieri ai gazebo sono andati quasi in 40mila e per un voto che lo stesso vice-segretario Guerini ha considerato dall'esito «scontato». Dunque, senza una vera competizione. Il punto però è anche il criterio con cui è stata scelta la candidatura di Alessandra Moretti, designata dal leader come capolista per il Nord-Est per il Parlamento Ue e dopo sei mesi dirottata sul Veneto. Delle due l'una. O Renzi non considera importante l'Europa nonostante i suoi ultimatum a Juncker. O nel partito si ragiona come una volta e i candidati vengono usati alla bisogna, senza alcuna selezione sulla base delle competenze, tant'è che Bruxelles o Venezia pari sono. Così Lina Palmerini su Il Sole 24 Ore.

Pd, flop alle primarie regionali, occorre riflettere seriamente

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Il centrodestra si sgancia dal suo padre-padrone?

Il centrodestra è stato inventato ad Arcore, ed è sempre stato Berlusconi-dipendente. Di politica al suo interno se n’è fatta pochina: la politica la faceva per tutti il Presidente. Gli eventi di questa settimana – l’affermazione della Lega, la fronda in Forza Italia – rendono legittima una domanda: che sia infine giunta l’ora? L’ora nella quale l’indebolirsi del Cavaliere e l’affermarsi di concorrenti politicamente autonomi proiettano il centro destra nell’età del post-berlusconismo? Perché in fondo, seppure in maniera caotica, non si può dire che nel frattempo a destra non sia salita in scena una nuova leva. Certo, nessuno può nemmeno lontanamente sognarsi di veder spuntare, fra Alfano, Fitto, Meloni, Salvini, Tosi o Toti, l’uniforme del général de Gaulle o la borsetta di Mrs Thatcher. Però questi sono i tempi. E in questi tempi, questa è la generazione che dovrà giocarsi il futuro del centro destra. Le considerazioni di Giovanni Orsina su La Stama.

Anche il centrodestra è a un bivio, se non vuole sprofondare

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