Magistrati timidi con gli jihadisti

Nel settembre del 2014 il settimanale L’Espresso fece un’inchiesta sugli ormai troppi casi di jihadisti, accusati di terrorismo internazionale, passati per le mani della giustizia italiana e assolti o comunque lasciati liberi di continuare altrove la loro mortale attività. Per esempio, accadeva che certi giudici fossero disposti a riconoscere come «opinioni», libere manifestazione del pensiero, non perseguibili, i proclami jihadisti (sgozziamo tutti gli infedeli, e simili).  L'editoriale di Angelo Panebianco sul Corriere della Sera.

Lotta contro il terrorismo, Italia anello debole

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La risposta Ue che non fa tremare l'Isis

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Non perdiamo la calma, non spaventiamoci, non rinunciamo al nostro modo di vita, non imbarchiamoci in una guerra, non cambiamo i nostri (buoni) rapporti con i musulmani, non chiudiamo le nostre frontiere, non sottraiamoci al dialogo con l’Islam, non crediamo che quella in atto sia una guerra di religione. Una sorta di versione occidentale della imperturbabilità Zen. È giustificata una simile reazione ai fatti di Parigi? Rifessioni un po' amare di Luca Ricolfi su Il Sole 24 Ore.

Occidente imperturbabile di fronte agli attacchi degli jihadisti

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Il terrorismo jihadista non ha futuro

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Il commando terrorista parigino non ha datoprova di grande professionalità. Certo chi si è trovato faccia a faccia con uomini vestiti di nero che imbracciavano armi d’assalto ha pensato che costoro fossero dei professionisti. La paura fa brutti scherzi. Ma da un’analisi attenta gli errori che hanno commesso fanno credere il contrario. L'editoriale di Loretta Napoleoni su Il Fatto Quotidiano.

Bataclan, i terroristi erano dei dilettanti

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