Letta: asse con Draghi e fine della subalternità ai grillini

Tocca a Letta rimettere in acqua una nave ridotta a una zattera e farle riprendere il mare della politica in un momento delicatissimo della vita nazionale. Se lo lasciano fare – come crediamo, perché chi ha la forza adesso di mettergli i bastoni fra le ruote – e se lui saprà ridare un senso a questa storia, le cose gli andranno bene. E la novità di un Partito democratico che fa politica provando a scrollarsi di dosso la subalternità a un M5S di nuovo pretenzioso sarebbe un fattore di stabilità e dinamismo insieme. Le due cose che servono a un’Italia che sta per tornare in zona rossa. Un Partito democratico che dopo tante traversie si connetterebbe allo spirito del tempo. Il commento di Mario Lavia su Linkiesta.

Il Pd a guida Letta non sarà più subalterno al M5S

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Con Letta segretario del Pd la fine del bipopulismo?

Fino a poche settimane fa, a Palazzo Chigi c’erano Giuseppe Conte e Rocco Casalino, con Domenico Arcuri commissario straordinario, i tre leader fortissimi di tutti i progressisti imbottigliati tatticamente nel Grande raccordo anulare da Zingaretti, Bettini e D’Alema e strategicamente dalla Travaglio e associati (...) Enrico Letta ha un profilo politico, culturale e internazionale diametralmente opposto rispetto a quello di chi si è arreso al populismo dei Cinquestelle: è stato un sostenitore entusiasta del governo Monti, ha presieduto un esecutivo di unità nazionale con Pd e Forza Italia e proprio per questo è stato il facilitatore, sia pure riluttante, delle esperienze di governo (Renzi-Gentiloni) più riformiste della recente storia repubblicana. Il commento di Christian Rocca su Linkiesta.

La svolta nel partito democraticoco con Letta al timone

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Nella guerra sui Trattati l'Italia è senza alleati

L’Europa, purtroppo, è una poliarchia fatte di 28 poliarchie nazionali. È difficilissimo fare un discorso che non sollevi critiche o reazioni da qualche parte. Insomma, le cose di Letta e Sassoli sono sensate perché individuano dei problemi che o ci sono già, o entreranno in scena a breve. È chiaro però che, oggi come oggi, sono politicamente impraticabili. Il prof. Alessandro Mangia, docente alla Cattolica del Sacro Cuore, su il Sussidiario intervistato da Federico Ferraù.

L'Unione Europea pensa al dopo Covid. Altri problemi per l'Italia

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