Meloni europeista? Ha in casa il più antieuropeo di tutti

  • Pubblicato in Esteri

Il governo Meloni alle prese con uno scomodo, molto scomodo, alleato

Adesso si è piegato e ha consentito ai ventisette dell’Unione europea di liberare cinquanta miliardi promessi all’Ucraina. Viktor Orbán però rimane un problema per il futuro di un’Unione che ha bisogno di rimuovere l’unanimità per decisioni sempre più impellenti su politica estera, difesa e concorrenza dei colossi mondiali. Giorgia Meloni ha avuto un ruolo importante nel convincere il collega magiaro ad arrendersi e ora si sente Miss Wolf, risolvo problemi. Scopriremo se la sua è una lucida lungimiranza o la pura illusione di poter gestire un amico sovranista sotto schiaffo di Bruxelles, perché l’Ungheria non brilla per Stato di diritto (...) Miss Wolf è sempre più europeista, ma per farlo ha bisogno del meno europeista di tutti. Auguri. Se ogni volta devono chiamarla dalle varie cancellerie perché il Pierino ha messo di nuovo il veto, non avrà il tempo per le grane italiane. Ma poi i nodi diventeranno inestricabili quando le crisi internazionali, i rapporti con la Russia, lo stesso sovranismo europeo e la difesa dei diritti civili diventeranno dossier sempre più impellenti.Il commento di Amedeo La Mattina su Linkiesta.

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Lo scontro interno alla destra lo può risolvere solo Meloni

Se vuole sopravvivere Giorgia deve diventare democristiana

Nel centrodestra c’è forte apprensione sull’avvitamento dello scontro tra Giorgia Meloni e Matteo Salvini per la candidatura alla presidenza della Sardegna. È un’apprensione fondata e va oltre la semplice preoccupazione di routine, perché tutti, da quelli parti politiche, sanno che non si tratta solo di una questione locale (...) Se la Meloni sarà democristianamente saggia non dovrebbe candidarsi, magari approfittando del fatto che Schelin alla fine accolga il consiglio di Romano Prodi, non si candidandosi nemmeno lei. Ma la premier dovrebbe sacrificare il suo partito per la coalizione. Al momento lei non ragiona così, pensa che il ferro si batte finché è caldo, mettendo in conto la ribellione. Il commento di Amedeo La Mattina su Linkiesta.

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Il funambolismo di Meloni per tener buono Salvini

È iniziata (da mesi) la competizione all'interno della maggioranza tra Meloni e Salvini

La vera grande acrobazia riguarda le alleanze in Europa. In sintesi Giorgia Meloni ha detto che sta lavorando a una maggioranza alternativa nel Parlamento di Strasburgo, che già si profila su transizione ambientale e immigrazione. Alternativa all’alleanza tra Popolari, Socialisti e Liberali. Se ciò non fosse possibile, e lei sa benissimo che non sarà possibile, promette che non farà mai «un’alleanza parlamentare con la sinistra: non l’ho fatto in Italia e non lo farei in Europa» (...) Dunque, doppio binario: nell'Europarlamento maggioranze di destra quando sarà necessario frenare la transizione ecologica e girare la vite sull'immigrazione, senza contaminazione con la sinistra. Mentre nella stanza dei bottoni tutti insieme appassionatamente con i commissari che verranno indicati dai socialisti Olaf Scholz e Pedro Sanchez. Il commento di Amedeo La Mattina su Linkiesta.

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