Gli altruisti

Se la solidarietà si quantifica coi quattrini da mettere a bilancio, ce n'è, e parecchia. Io non li so più nemmeno contare i miliardi impegnati a tenere insieme le economie europee, e piuttosto toccherà mobilitarli alla svelta e spenderli come si deve. Quello che mancava è qualcosa di ancora più solido, cioè un'intelligenza, uno spirito, un soffio vitale e rifondativo, qualcosa che contenesse il senso del tragico e il senso del grandioso, qualcuno capace di dare a sé la dimensione del leader che guarda in faccia il presente e il futuro della moltitudine. Ci mancava qualcuno che andasse oltre la schermaglia della trattativa, i famosi compromessi al ribasso, in attesa che siano inventati i compromessi al rialzo, il puro rendimento e lo zerovirgola, cioè qualcuno che restituisse il senso di tutto quello che sta succedendo, che siamo, che vorremmo essere, e dunque dicesse che le cose qui vanno bene se vanno bene in tutta Europa, che dicesse dobbiamo farcene carico anche noi, e l'Europa non è Europa se non ci si difende a vicenda nei periodi di indebitamento, di crisi, di disgrazia, che dicesse questo non è un discorso della domenica ma è molto di più: noi siamo una comunità di destino. In definitiva, qualcuno che si incaricasse di salire al punto più alto della questione per individuare nel virus il pericolo mortale della democrazia europea e occidentale. Quel qualcuno è stata Angela Merkel, ieri mattina al Bundestag, davanti ai rappresentanti di quel popolo che noi chiamiamo gli egoisti del Nord, e dal quale pretendiamo i denari con le vene gonfie al collo. Noi, gli altruisti.

Mattia Feltri – La Stampa – 24 aprile 2020

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