Immigrazione, immane il problema in capo all'Europa

Immigrazione, immane il problema in capo all'Europa

Iil sistema degli Stati del Levante (Iraq, Siria, Libano, Giordania) è sull’orlo del collasso, insieme alla Libia e ai Paesi che si affacciano sullo stretto di Bab el Mandeb (Yemen, Somalia, Eritrea) e che come diretta conseguenza non solo il Mediterraneo meridionale e orientale, ma tutto il Mediterraneo e tutte le regioni che vi si affacciano sono coinvolti in un’unica, grande crisi. Affinché questa possa essere affrontata, deve essere innanzitutto riempito il vuoto strategico lasciato dalla ritirata americana dal Medio Oriente decisa dall’amministrazione Obama. È auspicabile che ciò avvenga prevalentemente grazie a una ridefinizione dell’equilibrio in cui gli attori locali giochino un ruolo maggiore e decisivo, assumendosi una quota più ampia della responsabilità del suo mantenimento. Esattamente in questa direzione va l’accordo sul nucleare iraniano, stipulato dai 5+1 e dalla Repubblica islamica (pur nella consapevolezza delle preoccupazioni saudite e israeliane). Ma se il Mediterraneo è un sistema unico e interdipendente che è composto da una “sponda Nord” tanto quanto dalla sua “sponda Sud”, ciò implica che anche i Paesi europei devono essere disponibili ad assumersi maggiori oneri e responsabilità che in passato: umanitarie, innanzitutto, ma anche economiche e politiche. E militari, ovviamente. L'editoriale di Vittorio Emanuele arsi su Il Sole 24 Ore.

La crisi mediorientale che spaventa l'Europa

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