Assad e Makhlouf, i parenti serpenti di Damasco

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Nel 1957 Hafez al Assad, un giovane ufficiale dell’aeronautica siriana originario degli altopiani, sposò una ragazza della Siria costiera, Anisa Makhlouf. La loro era una coppia ben assortita: Assad era ambizioso e i Makhlouf erano potenti. E infatti, dopo che Assad prese il potere con la forza nel 1970, i due clan hanno amministrato il paese come un’azienda a conduzione familiare, garantendo un posto di primo piano agli alawiti, i seguaci di una versione esoterica dell’islam, professata da entrambe le famiglie. Il commento su Internazionale, ripreso dal settimanale londinese The Economist.

La polveriera siriana

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Siria, chi combatte contro i Curdi?

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Sulla “guerra di Erdogan” si rovesciano fiumi d’inchiostro, ma con effetti addirittura risibili. Il grande pubblico non ci capisce letteralmente nulla. A causa di tre effetti. Il primo è l’ipocrisia di chi racconta questa guerra. Il secondo è la difficoltà oggettiva di capire cosa in effetti sta accadendo “sotto il tappeto”, che è la cosa più importante. Il terzo è il disegno di usare questa guerra per rilanciare ancora una volta la propaganda contro la Russia e dirottare l’attenzione dai reali interessi in gioco. Il commento di Giulietto Chiesa su il Fatto Quotidiano.

Siria, quella sporca guerra del sultano di Ankara

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Erdogan minaccia l'intero Occidente

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Bashar Al Assad si schiera contro Erdogan, lo scontro si estende dai 35 chilometri a Sud della Siria lungo la frontiera (rivendicati come «zona cuscinetto» dalla Turchia), a un terzo della Siria. Al patto delle forze curde con Damasco, il presidente turco ha annunciato che la sua avanzata si può allargare a 450 chilometri, attraverso i centri curdi di Hassakeh e Kobane. Fino in prospettiva alle ex roccaforti dell’Isis di Raqqa e Deir Ezzor, da poco liberate dalle Syrian democratic forces (Sdf) guidate dai curdi e sostenute dalla Nato. Grazie ai rinforzi di Assad, le brigate Ypg del Rojava puntano a riconquistare il cantone a Ovest di Afrin occupato dai turchi dal 2018.

Medioriente di fuoco, grazie ad Erdogan! Il mondo trema

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