Mandiamo Draghi al Quirinale o lo lasciamo a Chigi?

Ma cos’altro ci vuole, ancora, per rendersi conto che dai punti alti dell’intelligenza europea si vede come una tragedia una eventuale scissione del binomio Italia-Draghi? Prima era stato il Financial Times, ora tocca all’Economist, ma anche da noi sono innumerevoli gli auspici che il presidente del Consiglio resti dov’è, al timone della nave e non, con tutto il rispetto per il Quirinale, nel salone delle Feste. Il commento di Mario Lavia su Linkiesta.

Un bel busillis, Draghi meglio al Colle o a Chigi?

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Palazzo Chigi riuscirà a dialogare con il centrodestra?

Condivisione e collaborazione. Questi i due termini alla base dei comportamenti tra Governo, sua maggioranza e opposizione per gestire la risposta dell’Italia alla grande scelta europea di uscita dalla crisi. Condivisione e collaborazione che ad oggi però non ci sono state. Mancano ottanta giorni alla presentazione del nostro Action Plan. Ottanta giorni decisivi. Ottanta giorni in cui il Governo, la maggioranza che lo sostiene e l’opposizione, in Parlamento, dovranno dialogare e condividere il da farsi, pur rimanendo, appunto, maggioranza e opposizione. Percorrere questo stretto sentiero attraverso un dialogo responsabile è l’unica scelta possibile. Altra strada non c’è. Il commento di Renato Brunetta su Huffington Post.

Meno di tre mesi per salvare il Belpaese

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Il rebus dell'incarico per l'inquilino di Palazzo Chigi

Il presidente della Repubblica Sergio Mattarella nelle consultazioni quirinalizie dirà ai suoi interlocutori: "Per favore datemi un'alleanza che abbia i numeri e un nome, e datemi tutto molto in fretta. Altrimenti, giocoforza, il governo lo faccio io per poi ritornare per l'ennesima volta alle urne". Soluzione, come molti hanno sottolineato in queste ore, che solo in Italia porta con sé la nomea del male peggiore, quando altrove è il naturale sbocco democratico di quando la dialettica tra le parti si inceppa. Niente da eccepire, se non che da noi ci si arriva sempre con leggi elettorali che sembrano fatte apposta per garantire l'ingovernabilità. E che dunque costringono alla ricerca di maggioranze politicamente implausibili per l'estrema diversità delle forze che le compongono. Ancora una volta, sono leggi fatte per garantire non i cittadini sulla stabilità dei governi, ma l'autoreferenzialità e la perpetuazione di chi li rappresenta in parlamento. Il commento di Paolo Madron su Lettera 43.

Il male dell'Italia è il Rosatellum, garantisce l'ingovernabilità

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