Israele a Gaza: le macerie della politica di Onu, Usa e Ue

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Dopo l'ggressione russa all'Ucraina, riesplode la polveriera mediorientale

Il mondo trema. Quello che da giorni avveniva sistematicamente, con bombardamenti, lanci di razzi e brevi raid di tank e truppe nel territorio di Gaza, si è improvvisamente intensificato. Tutta la zona, a causa del massiccio attacco israeliano, è rimasta isolata completamente, telefonicamente e via internet (...) Le parole di Benjamin Netanyahu suonavano più che mai aggressive e sinistre: "Questa notte Hamas conoscerà la nostra rabbia e la nostra vendetta" (...) È evidente che in una situazione come questa sia l'Onu che l'Europa abbiano dimostrato tutta la loro inconsistenza, riducendo la loro capacità diplomatica o almeno di mediazione al singolare e al plurale nelle mozioni proposte, ma non c'è dubbio che la decisione che sembra aver preso Israele, nonostante la presenza di ostaggi, comporta il rischio di una strage in un territorio limitato come quello di Gaza nel momento in cui scatterà la battaglia. È un rischio micidiale che mette il mondo di fronte a una crisi che può sfociare non solo in un conflitto regionale, ma nell'attuale disordine mondiale, in una catastrofe che può interessare il mondo intero. Ne scrive su Il Sussidiario Gianluigi Da Rold.

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Gli Usa attaccano l'Iran e Salvini segue

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L'Iran non ha violato l'accordo (sul nucleare, n.d.r.) ma gli Usa mettono continuamente sanzioni secondarie verso banche, aziende e Paesi che facevano e fanno affari con Teheran: Donald Trump sabota l'intesa e impedisce agli altri di attuarla. Se Teheran continua ad avere difficoltà a diventare un Paese "normale" come chiede il segretario di Stato Pompeo è proprio perché gli Usa non vogliono. E lo vogliono ancora meno i loro alleati nella regione perché l'Iran, secondo Paese al mondo per riserve di gas e quarto per quelle petrolifere, può diventare una potenza economica concorrente e attirare capitali e investimenti più di qualunque altro Paese della regione. Il commento di Alberto Negri sul sito Linkiesta.

Donald e Matteo per la guerra in Medio Oriente

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L'economia globale vacilla per il rischio Cina

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I Paesi avanzati hanno attraversarono una violenta crisi finanziaria dieci anni fa, i mercati emergenti si sono ripresi relativamente in fretta, grazie ai bassi livelli debitori e ai prezzi elevati delle commodity. Oggi, però, i livelli di debito sono cresciuti in modo significativo, e un netto aumento dei tassi di interesse globali non farebbe che estendere le odierne crisi in fermento oltre il manipolo di Paesi (Argentina, Turchia) che sono già stati colpiti. E neanche gli Stati Uniti sono immuni. Il commento di Kenneth Rogoff su Il Sole 24 Ore. 

La Cina è in difficoltà, l'economia globale in allerta

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