Gli Usa intervengono, l'Ue sta a guardare

  • Pubblicato in Esteri

Il sanguinoso “venerdì 13” della capitale francese costringe l’occidente a cambiare le regole del gioco. Ci sarà qualche limitazione delle libertà individuali - poca cosa se pensiamo a quanto avvenuto negli Stati Uniti dopo l’11 settembre - ci saranno importanti update in quelli che sono i punti cruciali della strategia contro il terrorismo islamico e di una guerra “asimmetrica” che dura ormai da 15 lunghi anni: i rapporti con i regimi arabi (in primis l’Arabia Saudita) e l’Iran, quelli con la nuova Russia espansionista di Putin, le politiche di un Europa che è sempre meno “unione” su temi quali l’immigrazione, i profughi, le libertà culturali e religiose. L'editoriale di Alberto Flores D'Arcais sul Messaggero Veneto.

L'Europa in balìa dell'Isis

Leggi tutto...

L'Isis è nato per colpe Usa

  • Pubblicato in Esteri

Dopo la dissoluzione dell'Urss, gli Usa hanno perso il loro compito di guida del mondo libero. Gli americani hanno sempre creduto di avere una missione fin dalle origini creando un nuovo mondo libero e giusto, poi nella lotta alla schiavitù e da ultimo nella lotta contro il nazismo e il comunismo. Ma scomparsa l'Unione Sovietica hanno perso la loro missione, sono sprofondati nel vuoto. Hanno flirtato col mondo musulmano più retrivo per indebolire la Russia, hanno fatto guerre dissennate contro i governi arabi laici lasciando campo libero all'estremismo islamico, hanno pigramente ignorato l'Isis e favorito la guerra civile in Siria e i suoi milioni di profughi. Non hanno fatto nulla né in Libia né in Turchia per evitare le migrazioni musulmane in Europa che hanno ignorato e davanti alle quali sono indifferenti. L'editoriale di Francesco Alberoni su il Giornale.

Gli Usa pensano ormai solo a se stessi

Leggi tutto...

Agli Usa piace il trattato commerciale Tpp

Il desiderio di effettuare scambi commerciali nasce ogniqualvolta i vantaggi domestici derivanti dall'importazione di un bene (sia esso un prodotto finito o un componente) superano il prezzo pagato – ad esempio, se il bene importato non può essere prodotto a livello nazionale, oppure solamente a un costo più elevato. Come dimostrò due secoli fa l'economista britannico David Ricardo, potrebbe persino essere meglio che un paese importi dei beni che possano essere prodotti a basso costo, se così facendo si consente la produzione di altri beni che sono ancora più economici da produrre. Si innescano una serie di profitti e di economie di scala quando si produce per i mercati globali. L'editoriale di Michael J. Boskin su Il Sole 24 Ore.

Questi trattati commerciali che piacciono agli Usa

Leggi tutto...
Sottoscrivi questo feed RSS

Newsletter

. . . .