Bernanke ha salvato la Fed dall'assalto dei politici Usa

«È paradossale che le stesse persone che criticano la Fed per aver aiutato i ricchi la critichino anche per aver danneggiato i risparmiatori. Sono due cose in contraddizione fra loro. Ma qual è l'alternativa? La Fed non dovrebbe cercare di sostenere la ripresa?». Lo sostiene Ben Bernanke, ex governatore della Federal Reserve americana intervistato da Martin Wolf. Continua, accalorandosi: «Se la gente non è contenta degli effetti dei tassi di interesse bassi, dovrebbe fare pressione sul Congresso perché faccia di più sul piano delle politiche di bilancio, perché ci sia minore squilibrio fra politica di bilancio e politica monetaria. Questo è il quarto o quinto argomento che viene sollevato contro l'allentamento quantitativo, dopo che tutti gli altri si sono dimostrati infondati. E non è certo una ragione perché la Fed non faccia nulla e lasci che la disoccupazione rimanga al 10 per cento». L'intervista di Martin Wolf pubblicata su Il Sole 24 Ore.

Il popolo Usa non ha paura dei bassi tassi di interesse

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Il mondo è in subbuglio e l'Onu non sa che fare

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L’abulia strategica degli occidentali (degli americani in primo luogo ma anche degli europei alle prese con la difficoltà di governare gli ingenti flussi migratori) lascia vuoti che altri, dai russi agli iraniani ai turchi - con i loro interessi non coincidenti con quelli occidentali - vanno riempiendo a modo loro. L’incontro che si è svolto ieri tra Obama e Putin forse porterà a una svolta (e forse no), innescherà, nelle prossime settimane, il salto di qualità che tutti attendono all’azione di contrasto allo Stato islamico (condizione indispensabile perché si possa un giorno costruire un ordine accettabile in Siria). Ma è un fatto che è Putin a guidare il gioco e i suoi interessi non sono necessariamente coincidenti con quegli degli Stati Uniti o con quelli dell’Europa. L'editoriale di Angelo Panebianco sul Corriere della Sera.

La cecità dell'Onu

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L'Onu deve aprire a Giappone e India

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E' cruciale imperativo di riforma la governance dell’Onu, a cominciare dal suo Consiglio di Sicurezza, la composizione del quale non riflette più la realtà geopolitica globale. In verità, il Gruppo degli stati europei occidentali e altri (Western Europe and Other Group, Weog) ormai conta tre membri permanenti su cinque (Francia, Regno Unito e Stati Uniti), lasciando libera una sola poltrona permanente per il Gruppo Asia-Pacifico (Cina), ma nessuna per l’Africa o l’America Latina. L'editoriale di Jeffrey Sachs su Il Sole 24 Ore.

Onu, hai 70 anni e li dimostri tutti!

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