Politici, le dichiarazioni dei redditi piangono

Silvio Berlusconi ha subito un vero e proprio tracollo. Le denunce dei redditi del 2012 lasciano l'amaro in bocca all'ex premier. Passare da 34 milioni di reddito imponibile dichiarato a soli 4,5 è bel rebus anche per Silvio. L'ex Cav. non può più elargire denari come un tempo ai suoi amici. Alle sue amiche. Ai suoi sodali in politica. Lo stesso suo Milan ha qualche problema: la società non è più in grado di fare grandi investimenti e tifosi del Davolo devono imparare a soffrire. Comunque Berlusconi rimane pur sempre l'uomo politico italiano più ricco. L'articolo che segue, pubblicato su La Stampa, di Paolo Baroni, è buon testimone delle ambascie di Silvio. Solo con la sua Francesca ad Arcore, speranzoso di un futuro più generoso di dividenti delle sue numerose società. Che oggi sono in crisi di liquidità.

Poveri parlamentari, diminuiscono i redditi dichiarati al Fisco

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B. non ha più la maggioranza

Sorpresa: non è vero che Berlusconi ha la maggioranza. O almeno non ce l'ha più. Infatti non parla più di elezioni anticipate.

Qualche riflessione per contraddire i risultati dei numerosi voti di fiducia, in particolare quelli dal 14 dicembre dello scorso anno fino all'ultimo di qualche settimana fa. Si può fare l'elenco dei deputati di nomina berlusconiana. Vale a dire che se si fosse andati alle elezioni politiche con un sistema diverso dal Porcellum di Roberto Calderoli, quasi sicuramente la gran parte dei cosiddetti nominati non avrebbe avuto chance alcuna di approdare in Parlamento. Pubblichiamo un primo elenco i questi sedicenti deputati che non bisognerebbe chiamare onorevoli ma chiamati dal signorotto di Arcore. Il ragionamento rileva. Eccome!

I chiamati nell'attuale legislatura (46)

Antonio Angelucci (proprietario di Libero), Deborah Bergamini (ex assistente di Berlusconi in Fininvest), Michela Vittoria Brambilla, (solo una bella figliola di Calolziocorte), Aldo Brancher (Fininvest), Annagrazia Calabria (nessuna dote particolare se non la bellezza fisica, scelta personalmente dal capo), Mara Carfagna (ex show girl di seconda fascia), Gabriella Carlucci (star della televisione), Giuseppe Cossiga (figlio dell'ex presidente della Repubblica amico di Berlusconi), Stefania Craxi (figlia dell'amico di merenda di B., Bettino), Guido Crosetto (un signor nessuno a Cuneo), Cinzia De Girolamo (una ragazza di Benevento e niente più, senza particolari cursus honorum), Manuela Di Centa (un'ex sciatrice di fondo), Monica Faenzi (Carneade, chi è lei?), Renato Farina (giornalista de il Giornale e Libero, giornali amiici), Elisabetta Gardini (altra show girl in orbita Fininvest); Mariastella Gelmini (ex consigliera comunale di Desenzano sul Garda), Nicolò Ghedini (l'avvocato del premier), Paolo Guzzanti (ex vice direttore de il Giornale, il giornale di famiglia), Giancarlo Lehner (giornalista de il Giornale), Beatrice Lorenzin (una ragazza carina, niente più), Pietro Lunardi (il re delle grandi opera stradali che puzza maledettamente di conflitto di interessi), Alfredo Mantovano (un signore sconosciuto cha assolda fans dalla provincia per inneggiare al Capo davanti al tribunale di Milano), Gianfranco Micicchè (altro ex impiegato di Publitalia, come Giancarlo Galan, Enzo Ghigo e Marcello Dell'Utri), Fiamma Nirenstein (giornalista de il Giornale), Alfonso Papa (il magistrato arrestato qualche settimana fa per comportamenti non proprio commendevoli), Gaetano Pecorella (altro avvocato del premier che non gli direbbe mai di no), Mario Pecante (dal Coni al Popolo della Libertà il passo è stato breve), Mauro Pili (ex governatore della Sardegna, quello che aveva copiato di sana pianta il programma politico di Roberto Formigoni, l'aveva letto e non si era accorto che la Sardegna non era decisamente la Lombardia..., però era ed è un bel ragazzo, forse per questo Berlusconi l'aveva adocchiato), Catia Polidori (accusata di essere coinvolta nel progetto Cepu), Stefania Prestigiacomo (una gran bella figlia bionda sicula, senza pedigrèe), Laura Ravetto (un'oscura avvocatessa di provincia), Antonio Razzi (il muratore maldestramente scelto da Antonio Di Pietro, che non ha dimostrato gran fiuto nella selezione dei suoi parlamentari), Francesco Saverio Romano (nessuno lo conosceva fino all'altro giorno se non per i suoi problemi con la giustizia per collusione con la mafia e voto di scambio, pare), Roberto Rosso (uno sconosciuto avvocato di Torino che è andato da Forza Italia a Pdl a Fli a Pdl, un politico coerente...), Barbara Saltamartini (sa solo difendere il suo Capo), Jole Santelli (studio avvocato Previti, è tutto dire), Umberto Scapagnini (doti: ha scassato le finanze del comune di Catania di cui era sindaco ed è uno dei numerosi medici personali di Berlusconi), Maurizio Scelli (dote: ha distrutto dalle fondamenta la Croce Rossa), Domenico Scilipoti (il medico dell'agopuntura e delle medicine alternative che, quando parla, spaventa i bambini, ex dipietrista, leggi Razzi), Maria Grazia Siliquini (leggi Catia Polidori, ex finiana), Roberto Speciale (ex comandante della Guardia di Finanza, inquisito dalla magistratura per avere sperperato pubblico denaro per finalità personali), Lucio Stanca (ex manager amico di Berlusconi, cooptato nel primo governo Berlusconi, non ha lasciato un segno), Giorgio Stracquadanio (ex portaborse di una ex parlamentare di rifondazione comunista, pasdaran del premier che lo difenderà fino all'ultimo), Santo Antonio Versace (nessuna dote di uomo politico di valore, però era il fratello di Santo Versace), Elio Vito (altro scarso uomo politico, che non verrà rimpianto).

Calcoli alla mano, se leviamo questi 46 voti, Berlusconi, nonostante l'appoggio della Lega Nord, è in minoranza alla Camera e rischia pure al Senato. D'altronde una controprova sono state le elezioni amministrative del maggio scorso ed il referendum.

Ecco spiegato il motivo per cui nè il Carroccio di Alberto da Giussano, nè il Partito della Libertà parla più di elezioni anticipate. Se si andasse a votare anche con questa infausta e illiberale legge elettorale (si ricorda che i cittadini non hanno possibilità di scegliere il candidato ma devono accettare a scatola chiusa l'elenco deciso ad Arcore o a Pontida) il partito berlusconiano prenderebbe delle sberle paurose. Ma forse anche alla Lega sarebbe riservato un trattamento identico. Se non fosse altro perché ha tenuto in vita con la respirazione bocca a bocca un governo palesemente incapace di affrontare i problemi del Bel Paese.

I partiti di governo sono minoranza nel Paese. l'opposizione dovrebbe, a questo punto, rimboccarsi le maniche e fare fronte unico per mandare a casa l'uomo di Arcore e quello di Cassano Magnago. Per il bene dell'Italia e degli italiani.

Marco Ilapi – 1 agosto 2011

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Silvio Berlusconi è la rovina dell'Italia, altro che storie!

Il premier ritiene che facendo approvare la legge bavaglio sulle intercettazioni avrà vita più facile e arriverà sano e salvo fino al 2013. Sbaglia di grosso. Sta assommando errori ad errori. Non riesce, o non sa, o non vuole o non  ne ha le capacità, ad essere il miglior statista che l'Italia abbia mai avuto nei suoi 150 anni di storia. L'ultima riprova è stata l'approvazione in commissione di questa indigeribile legge, che puzza di incostituzionalità (dove va a finire la libertà di stampa sancita dall'art. 21 della nostra Costituzione?). A Berlusconi non gliene importa nulla dell'Italia. Vada pure a rotoli. L'importante è che lui possa continuare a fare i suoi Bunga Bunga con le minorenni (anche se da oggi ci starà un po' più attento e prima di associare qualche graziosa pulzella in quel di Arcore o a Villa Certosa o a Palazzo Grazioli farà chiedere al suo maggiordomo il certificato attestante la data di nascita. Non si ammetteranno più ragazze nate dopo il mese di ottobre del 1992. Bisogna pur cautelarsi, per evitare che un'altra Ilda Boccassini possa spiarlo dal buco della serratura, cioè grazie alle intercettazioni.

Come se questo fosse il problema dell'Italia.

Eppure il Parlamento è impegnato, ormai da anni, in problemi che riguardano gli affari del presidente.

Che squallore!

Il paese intanto va a rotoli. Moody's declassa per l'ennesima volta il debito pubblico italiano. Stiamo peggio della Spagna.

Da anni si aspetta che la maggioranza si occupi di lavoro, di crescita e di sviluppo e questo signore si attarda con la storia delle intercettazioni. Tutti, in Italia, sanno chi è Berlusconi, come ha creato la sua fortuna, con truffe, raggiri e colpi bassi, grazie a sostanziosi aiuti di Bettino Craxi. Lo attestano decine di libri di Marco Travaglio, Giuseppe Fiori e Michele Ruggeri.

Fino all'altro giorno il premier godeva la fiducia degli industriali e di certa intellighenzia di centro destra e anche di area socialista. Oggi lo hanno abbandonato quasi tutti. Gli restano attaccati come l'edera sola Giuliano Ferrara, Vittorio Feltri, Alessandro Sallusti  Maurizio Belpietro.

Non pare un grande successo.

Facesse come Zapatero in quel di Spagna, salverebbe almeno la faccia. Invece... si ostina.

Cadrà e malamente. E con lui noi tutti.

Marco Ilapi - 5 ottobre 2011

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